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Tremonti Guerra o pace
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“Guerra o pace”, sabato l’ex ministro Giulio Tremonti presenterà il suo libro ad Asti

Il volume è una lettura politica ed economica del momento storico che stiamo attraversando e illustra con lucidità la posta in gioco per l’Occidente e per l’Europa

“Guerra o pace” (Solferino libri) è il nuovo libro firmato dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Professore universitario, avvocato, autore di diversi volumi, Tremonti è attualmente presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati. L’ex ministro sarà ad Asti sabato 11 ottobre, alle ore 18, nella sala consiliare della Provincia, in piazza Alfieri.

Sarà l’occasione per presentare agli astigiani “Guerra o pace” in un momento di confronto nel quale parteciperà anche il sindaco di Asti Maurizio Rasero, il deputato di FdI Marcello Coppo, il presidente provinciale Fdl Luigi Giacomini e il consigliere regionale FdI Sergio Ebarnabo. A modererà l’incontro sarà il giornalista Piero Mora. Il volume di Tremonti è «una lettura politica ed economica del momento storico che stiamo attraversando e illustra con lucidità la posta in gioco per l’Occidente e per l’Europa».

“Nel Cinquecento si verificarono quattro eventi rivoluzionari: la scoperta dell’America; l’invenzione della stampa; l’invasione musulmana ai confini d’Europa e il primo disordine finanziario globale. L’asse geopolitico dell’Europa si spostò dall’area mediterranea a quella atlantica – si legge sul sito di Solferino nella scheda del libro – Era il Mundus furiosus, come fu definito. Oggi viviamo in un’epoca altrettanto traumatica a causa di quattro fenomeni paralleli: la «scoperta» dell’Asia e principalmente della Cina; l’affermazione della Rete che ci spinge verso una modernità artificiale; la guerra sul fronte orientale, dall’Ucraina al Medio Oriente, che è un unico attacco al nostro mondo occidentale. Mentre il rischio di un disordine finanziario internazionale è alle porte a causa dell’enorme massa di debito accumulata. Dopo aver voluto e fatto la globalizzazione, oggi troppi dei nostri «statisti» attoniti si muovono su questo scenario come «turisti della storia»”.

 

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