Ancora una volta la querelle politica di Asti si accende su una questione di bandi e finanziamenti che, stando al gruppo consiliare Uniti si può, la città sarebbe destinata a perdere «perché non si partecipa ai bandi».
«Asti ha di fronte la possibilità di partecipare a due importanti bandi che potrebbero contribuire al rifacimento di aree degradate della città – spiegano i consiglieri comunali Vittoria Briccarello e Mauro Bosia – Il primo è del Pnrr e consta in 3 milioni destinati al rifacimento del Centro per l’impiego, il secondo è un bando regionale volto alla rinaturalizzazione dei suoli degradati, della durata quinquennale, che consente di ottenere il 100% a fondo perduto. Quindi una base di 5 milioni (più i versamenti quinquennali) che potrebbero restituire dignità ad aree cittadine, quale quella dell’ex casermone, e mettere in sicurezza spazi e uffici».
Sullo stato dell’arte del progetto per la realizzazione del nuovo Centro per l’Impiego era già stata deportata un’interpellanza del gruppo Ambiente Asti, ma nel secondo caso i consiglieri Briccarello e Bosia intervengono con un’altra interpellanza dopo aver lanciato l’allarme: «Pare non esserci nessun progetto di partecipazione al secondo bando la cui scadenza è imminente (13 novembre 2025). E quindi siamo agli sgoccioli e Asti non sa quali siano e se ci siano progetti idonei, quali siano gli stakeholders individuati, come si pone la questione urbanistica, quali siano le aree individuate e se ci siano, se l’interesse comunale a non partecipare nei tempi e nei modi corretti celi alternative valide».
Da qui l’interpellanza al sindaco Rasero per sapere se il Comune intenda partecipare al bando finanziato dalla Regione Piemonte per la “rinaturalizzazione dei suoli degradati”, con quale progetto o linea progettuale l’amministrazione intenda candidarsi (ad esempio la rigenerazione urbana verde, deimpermeabilizzazione nel tessuto urbano, parchi urbani, corridoi ecologici, ecc.) con una sintetica descrizione delle finalità ambientali, sociali e urbane previste, quale area o aree del territorio comunale siano già state o verranno individuate come sedi possibili dell’intervento (quartieri degradati, aree dismesse, spazi urbani impermeabilizzati, etc.) e se siano già stati avviati percorsi di studio, progettazione preliminare o interlocuzione con cittadinanza, stakeholders locali, associazioni ambientaliste per definire il progetto.
[nella foto i consiglierei Bosia e Briccarello e l’ex casermone in rovina]