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Anziani non autosufficienti
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Non autosufficienza, «Governo rinuncia a regole uguali per tutte le regioni. Subito una vertenza»

In una recente bozza di decreto il Ministero della salute ha dettato nuovi criteri per i requisiti di sicurezza e qualità delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone non autosufficienti

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sul tema delle prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone non autosufficienti a firma di Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la Valle D’Aosta e Gianmarco Coppo, segretario federale del PRC di Asti

Ancora una volta i diritti degli anziani, cronici e non autosufficienti sono seriamente minacciati, proprio in una occasione in cui potrebbero essere rilanciati e messi al sicuro nell’area della sanità pubblica, l’unica che li può garantire come esigibili. In una recente bozza di decreto il Ministero della salute ha dettato nuovi criteri per i requisiti di sicurezza e qualità delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone non autosufficienti. Non si rintraccia nulla di positivo e di innovativo e si rischiano addirittura passi indietro.

La bozza di decreto prevede un incredibile spazio discrezionale alle Regioni e alle loro strutture residenziali e continua nel solco, assolutamente sbagliato, del mantenere i malati cronici non autosufficienti nel settore dell’assistenza, mentre dovrebbero essere inseriti in quello della sanità. Il Ministero della salute, non trovando sinora l’accordo con le Regioni, ha tirato i remi in barca lasciando queste ultime libere di procedere per conto proprio. Ancora: il Ministero non ha rifissato verso l’alto nuovi parametri e standard per le prestazioni di tutte le Residenze Sanitarie Assistenziali, così come non prevede vere innovazioni per i requisiti strutturali; i cambiamenti strutturali invece sono imprescindibili e le risorse vanno trovate nell’ ambito sanitario.

Tutta questa impostazione sembra immemore di quanto la pandemia da Covid aveva contribuito potentemente a rivelare. Significativamente, occorre fermare questa impostazione e cogliere il momento per riaprire una vertenza, così come chiede la Fondazione di Promozione Sociale, sia verso lo Stato sia verso la Regione. Bisogna arrivare a un sistema omogeneo e in grado di andare incontro alle esigenze di malati e famiglie. Si riaffaccia con prepotenza l’esigenza della copertura della quota sanitaria, oggi non garantita per troppi in Piemonte; occorrerebbe anzi portarla dal 50 al 70%, visti gli aggravamenti clinici riscontrati. Anche noi, con la Fondazione di Promozione Sociale, chiediamo il ritiro della bozza di decreto. Serve una seria e ampia discussione con tutti i soggetti interessati. La spinta generale deve andare verso il pieno riconoscimento della non autosufficienza all’interno della sanità pubblica.

Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la Valle D’Aosta

Gianmarco Coppo, segretario federale del PRC di Asti

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