Si torna a parlare del futuro del gruppo Cassa di risparmio di Asti. Secondo indiscrezioni pubblicate oggi dal Corriere della Sera Banco Bpm avrebbe aperto un dossier sulla banca di piazza Libertà.
Bpm detiene, dal 2004, già il 9,9% del pacchetto azionario di Banca di Asti. Le quote, stando sempre alle indiscrezioni, per arrivare al controllo potrebbero arrivare dalla Fondazione CrAsti, che detiene il 31,8% delle azioni e che deve scendere, entro tre anni, secondo quanto imposto dal protocollo Acri-Mef, al di sotto del 33% del proprio patrimonio investito (attualmente il 31,8% vale l’80% del patrimonio della Fondazione).
Se sia un’operazione “carta contro carta” cioè con uno scambio di partecipazioni, o invece di una vera operazione di vendita non si sa ancora.
Proprio poche settimane fa, in un incontro pubblico, il presidente della Fondazione Livio Negro, aveva detto che “diminuire la partecipazione della Fondazione CrAsti nella Banca di Asti è un’azione di buon senso, nessuno investe tutto il suo patrimonio in un solo titolo”. E a proposito dei rumors su un possibile interesse proprio di Bpm aveva commentato: “Mi sembra che se ne parli molto nei salotti milanesi. Non mi dispiacerebbe essere invitato in uno di questi salotti, ma non è così”.
Banca di Asti nel primo semestre ha registrato 38,7 milioni di euro di utile netto (8,5 milioni a giugno 2024).
Una risposta
Non sono un po’ troppi 12,7 miliardi e paragonabile a una manovra del governo, va bè a spararla grossa però…..