Protesta venerdì scorso dei dipendenti della Provincia di Asti che in un gesto simbolico hanno "occupato" l'ente per il quale lavorano. Un'iniziativa patrocinata da FP-CGIL e
Protesta venerdì scorso dei dipendenti della Provincia di Asti che in un gesto simbolico hanno "occupato" l'ente per il quale lavorano. Un'iniziativa patrocinata da FP-CGIL e UIL-FPL su scala nazionale e che nella nostra città li ha visti riunire in piazza Alfieri, davanti al Palazzo della Provincia per dire no al maxi-emendamento che tra i vari provvedimenti annovera il taglio delle risorse da destinare agli organici degli enti provinciali. Il gesto di protesta, così come prima lo sciopero nazionale del 12 dicembre e il presidio a Roma del 15 non hanno sortito l'effetto voluto. Il Governo non è tornato sui suoi passi e con l'approvazione al Senato dell'emendamento al ddl di Stabilità i timori espressi nei giorni precedenti dai sindacati, in materia di occupazione e sicurezza salariale per il pubblico impiego, sembrano confermati.
Nell'emendamento approvato a Palazzo Madama rimane la previsione del taglio delle dotazioni organiche rispettivamente del 30% e del 50% per le città metropolitane e per le province, che per il nostro ente provinciale rischia di concretizzarsi in 166 esuberi. Inoltre, segnalano la FP-CGIL e la UIL-FPL, mancano impegni chiari sul mantenimento dei servizi, sulla garanzia del pagamento degli stipendi a partire dal 1° gennaio (giorno in cui dovrebbe entrare in vigore la nuova legge se ottenuta l'approvazione del Parlamento) e soprattutto la stabilizzazione reale dei precari a fronte delle situazioni di pre-dissesto già aperte o che si apriranno a seguito dei tagli alle Province che sono pienamente confermati: 1 miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi a decorrere dal 2017. Per la Provincia di Asti si tratterebbe di un ulteriore taglio del 21,16% sulle risorse disponibili per servizi. Gli esuberi per l'ente provinciale astigiano paiono dunque confermati.
I sindacati aspettano ora di capire quali funzioni della Provincia saranno spartite tra Regione Piemonte e Comuni e in che modo il personale in esubero verrà collocato presso altri enti. Il timore è che non tutti potranno essere nuovamente riassorbiti dalla pubblica amministrazione, alla luce dei continui tagli agli enti locali. I più fortunati potranno agganciarsi alla pensione con il prepensionamento sulla base della legge pre-Fornero nella finestra 2015-2016. Bocciato invece l'emendamento che avrebbe permesso di estendere il prepensionamento anche al 2018. Chi non troverà immediata ricollocazione riceverà per due anni (fino al 31 dicembre 2016) l'80% dello stipendio e sarà inserito in mobilità, in apposite liste compilate dalla Regione Piemonte per l'assunzione presso altri enti pubblici.
«Il problema è che chi non sarà ricollocato, scaduti i due anni di mobilità resterà a casa, senza ulteriori ammortizzatori sociali» chiarisce Sergio Cerrato Segretario UIL-FPL Asti. «IRibadiremo il nostro massimo impegno per tutelare tutto il personale e per garantire i servizi nel territorio astigiano -? specifica Serena Moriondo Segretario FP-CGIL Asti – Chiederemo, inoltre, l'apertura di un tavolo provinciale di crisi per il sistema pubblico che coinvolga non solo le Province». Intanto i dipendenti della Provincia di Asti restano in stato di agitazione.
Lucia Pignari