Standing ovation del pubblico, ieri (domenica) al Teatro Alfieri, al termine dell’esibizione di José Carreras. Il noto e stimato tenore spagnolo, protagonista di una lunga e importante carriera di livello internazionale, è stato infatti ospite ad Asti per ricevere il Premio Aureliano Pertile.
Assegnato dal 2002 al 2016 su iniziativa di Fondazione Guglielminetti, Associazione Amici della musica Beppe Valpreda e Associazione Orpheus di Torino, è stato riproposto in una edizione speciale. Per festeggiare i 75 anni di attività, infatti, il Rotary Club ha voluto regalare l’evento alla città in collaborazione con l’Amministrazione comunale e con il sostegno di Associazione Amici della musica Beppe Valpreda, Fondazione Guglielminetti, Utea e Fondazione Piero Cappuccilli.
Le parole dell’assore Candelaresi e del presidente Gai
Ad introdurre la serata, presentata da Esmeralda Masseroni, i saluti del sindaco Maurizio Rasero e dell’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi, che ha sottolineato innanzitutto il fondamentale ruolo di Renato Bonajuto, direttore artistico del festival AstiLirica, per la riuscita dell’evento. Per poi spendere alcune parole sull’ospite d’onore.
«Desidero ringraziare il tenore Carreras – ha affermato Candelaresi – sia per la carriera di cantante sia per il modello di uomo che ha sempre dimostrato di essere. Mi piace sottolinearne il garbo, l’eleganza, l’educazione e la disponibilità. In un tempo in cui la società spesso dimentica le buone maniere, penso sia un valore aggiunto rispetto allo spessore del suo profilo di cantante».
A manifestare soddisfazione Renzo Gai, presidente del Rotary Club di Asti, e Luigi Gentile, past president e governatore del distretto 2032 del club di servizio. «Mi fa piacere – ha affermato Gai – che l’evento di stasera sia coinvolgente, in linea con lo stile del club, che ha sempre cercato di coinvolgere più persone. Più siamo, infatti, più possiamo fare del bene».
Il riconoscimento
Ad Alberto Bazzano, past president del club e critico musicale, oltre che tra i fondatori del premio, il compito di ricordare la nascita del riconoscimento, grazie anche al contributo di Marida Faussone, presidente della Fondazione Eugenio Guglielminetti, e Pier Giorgio Bricchi, presidente dell’Utea e dell’associazione Amici della musica, che ha raccontato alcuni simpatici aneddoti. «Il Premio è nato nel 2002 – ha spiegato Bazzano – per omaggiare il tenore Aureliano Pertile (1885 – 1952), prediletto di Toscanini, che portava Asti nel cuore, in quanto aveva studiato grazie ad una famiglia astigiana e aveva cantato più volte al Teatro Alfieri. Il premio, che consiste in un’opera dello scenografo astigiano Eugenio Guglielminetti, è stato assegnato fino al 2016 sempre a cantanti di prima fascia, ma per questa edizione speciale andrà ad uno dei più noti, amati e popolari tenori del mondo. A cantare in suo onore saranno stasera giovani e valenti professionisti già in carriera, oltre al soprano astigiano Erika Grimaldi che, pur impegnata in tutto il mondo (attualmente è a Bonn per il debutto nel ruolo di Abigaille nel “Nabucco” di Verdi, ndr), ha voluto essere qui con noi».
I cantanti
Accompagnati dal pianista Lorenzo Bavaj, che ha seguito il tenore Carreras in oltre 500 concerti, si sono alternati sul palco il soprano Francesca Mannino, il basso Diego Maffezzoni, il mezzosoprano Sofio Janelidze e il baritono Yurii Strakhov, che hanno proposto ciascuno due brani, tutti apprezzati dal pubblico. Lunghi e calorosi applausi, poi, per Erika Grimaldi, che ha cantato “Tu che m’hai preso il cuor”, tratta dall’operetta “Il paese del sorriso” di Franz Lehar, e “Musica proibita”, romanza composta da Stanislao Gastaldon.
La consegna del premio e le parole di Carreras
A metà delle esibizioni si è quindi tenuto il momento clou dell’assegnazione del riconoscimento. Carreras ha ricevuto un quadro di Eugenio Guglielminetti e una bottiglia speciale di Asti docg ideata per l’occasione, per poi rendersi disponibile a rispondere ad alcune domande che gli sono state poste da Alberto Bazzano. Il critico musicale gli ha ricordato, innanzitutto, quando al Regio di Torino si era esibito nell’opera “Sly” di Ermanno Wolf – Ferrari. «Il riferimento a quest’opera è pertinente – ha affermato Carreras – in quanto Pertile era stato il primo a cantarla a Milano. Per quanto mi riguarda, penso che la partitura sia ottima, di grande qualità, e ritengo una grandissima soddisfazione aver cantato nel ruolo di Sly».
Il discorso si è poi allargato alla formazione “I tre tenori”, cui Carreras aveva dato vita insieme a Placido Domingo e Luciano Pavarotti. Si è ricordato, in particolare, il tenore emiliano, che proprio il 12 ottobre avrebbe compiuto 90 anni. «Luciano – ha sottolineato Carreras – aveva tante virtù nel suo canto, ma una in particolare: aveva il sole nella voce. Aggiungo poi che era molto simpatico e a portata di mano, anche se in certe situazioni poteva mostrarsi duro. Io ho sempre avuto grande ammirazione per lui sia dal punto di vista artistico sia umano».
Parole di lode anche nei confronti di Pietro Cappuccilli, cui è intitolata la fondazione che ha collaborato all’organizzazione dell’evento. «E’ stato uno dei baritoni, se non il baritono, della sua epoca», ha puntualizzato. «Un uomo dalla voce straordinaria, ma anche una grande professionista che sul palco sapeva mostrare tutta la sua passione. Io ho cantato con lui in varie opere, come “Ballo in maschera”, “La forza del destino”, l’“Aida” e tante altre. Ogni volta è stato un regalo essere al suo fianco».
Carreras ha quindi cantato il brano napoletano “Dicitencello vuje”, cui il pubblico ha risposto con scroscianti, convinti e calorosi applausi.