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L'opposizione: «Senza potericome fa gli interessi della città?»
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L'opposizione: «Senza poteri
come fa gli interessi della città?»

I consiglieri dell'opposizione Maurizio Lattanzio (Lista Civica) e Marcello Coppo (Fratelli d'Italia) intervengono duramente sulla convalida di Brignolo a presidente della Provincia. Dando per

I consiglieri dell'opposizione Maurizio Lattanzio (Lista Civica) e Marcello Coppo (Fratelli d'Italia) intervengono duramente sulla convalida di Brignolo a presidente della Provincia. Dando per scontato che il parere "pro veritate" non potesse che essere positivo, i due avvocati sostengono che per il Tuel non ha alcuna importanza che i consiglieri del CdA della Cassa non abbiano poteri decisionali «da cui discenderebbe l'impossibilità di configurare casi di conflitto di interessi tra tale incarico e quello di presidente della Provincia. Il fondamento dell'incompatibilità non sta nell'effettivo potere del soggetto – scrivono – ma nella carica che ricopre e nella semplice opportunità che, ai fini di una estrema esigenza di tutela della trasparenza dell'azione amministrativa, si evitino nella maniera più assoluta situazioni di dubbia interpretazione. Ecco quindi che i poteri attribuiti dallo Statuto al consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio della banca non incidono in alcun modo sulla valutazione di incompatibilità, come del resto correttamente rilevato dal prof. Barosio, che pare si sia premurato di sottolineare l'estrema incertezza della situazione normativa».

Secondo Coppo e Lattanzio i consiglieri avrebbero dovuto astenersi dal votare «ma ciò avrebbe avuto come conseguenza lo scioglimento del Consiglio provinciale e questo era, evidentemente, da evitare». Quindi, partendo dal parere "pro veritate", i due chiamano nuovamente in causa Brignolo e il fatto che sostenga di essere entrato in banca «a garanzia della miglior tutela degli interessi dei cittadini». «Ma se il parere esclude l'incompatibilità fondandosi sulla totale mancanza di poteri in capo al consigliere di amministrazione Brignolo – sottolineano Lattanzio e Coppo – viene legittimamente da chiedersi quale sia l'utilità per la città della presenza del suo sindaco in quel Consiglio, dove siede al solo scopo di assistere impotente alle decisioni del Comitato di Direzione o del Direttore Generale. Allora sig. sindaco – presidente – consigliere, ci spieghi il motivo della sua presenza nel CdA della Cassa».

Le critiche non sono solo per Brignolo: «L'aspetto più inquietante di tutti è la bruttissima immagine che, a causa di questa vicenda, la politica astigiana sta offrendo ai suoi cittadini: – concludono i due consiglieri – da una parte il ricorso ai pareri legali, il sottrarsi costantemente al confronto aperto e schietto, il volere a tutti i costi mantenere e coltivare un potere di fatto assai rilevante (si pensi alla nomina dei consiglieri nella Fondazione CrAsti da parte del sindaco Brignolo e del presidente Brignolo), dall'altra l'incomprensibile comportamento di chi sostiene o meno Brignolo a seconda dell'organo collegiale nel quale siede al momento della votazione. I cittadini non capiscono o forse capiscono molto bene e di ciò non si avvantaggia l'immagine di chi ad Asti intende fare politica».

r.s.

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