Esasperazione. E’ questo il sentimento che serpeggia nell’isolato di via Quintino Sella-via Balbo-via San Martino dopo l’ennesima chiusura al traffico dei mezzi e forti restrizioni per i pedoni. Nell’occhio del ciclone dei residenti c’è una delle dimore nobiliari più antiche e di pregio della città, Palazzo Gazelli, con la sua torre Ponte di Lombriasco che svetta su tutto il quartiere San Martino. Dai fasti del passato ad una condizione contemporanea che richiede un massiccio intervento di restauro.
Perché il palazzo, ad oggi, perde letteralmente i pezzi, viste le ultime ordinanze di messa in sicurezza firmate dal sindaco di Asti dopo la caduta di mattoni dalla torre e di pezzi di cornicione.
Da tre anni Palazzo Gazelli è avvolto da un ponteggio che serve per i lavori di messa in sicurezza, ma continui stop dovuti a ricorsi all’autorità giudiziaria da parte dei proprietari (riconducibili alle famiglie Schiappapietra e Currado-Mazzarolli) ha portato ad una situazione di stallo.
Già quel ponteggio eterno disturbava i residenti ma da una decina di giorni, con l’intervento dei Vigili del fuoco per l’ennesimo distacco del cornicione e nuova ordinanza di blocco del traffico, la situazione è tracimata in una rabbia che promette raccolte firme e azioni legali.
Per ora i residenti non vogliono esporsi con le loro identità, anche perché le ragioni dell’esasperazione sono comuni: chi abita nelle case lungo il tratto di via Quintino Sella compreso fra via Balbo e via San Martino (a senso unico) ogni volta che deve entrare ed uscire di casa con l’auto deve spostare le transenne messe a rispetto dell’ordinanza. E durante il giorno è un continuo balletto di barriere che bloccano o sbloccano il traffico con grande confusione dei veicoli che di lì ci passano occasionalmente e si infilano se trovano il passaggio salvo poi rendersi conto del divieto. Altro profilo è quello della sicurezza, intesa in senso ampio.
«Se avessimo bisogno di un intervento di urgenza di ambulanza o Vigili del fuoco? – si chiedono – Per arrivare, devono scendere a spostarsi le transenne, ammesso che, soprattutto in via San Martino, i mezzi più grossi possano comunque passare visto che il ponteggio occupa una larga parte di una stretta strada».
Sicurezza intesa anche come “frequentazioni”: «Quel ponteggio, negli anni, è diventato un parco divertimenti per i ragazzi che ci salgono sopra, ci fanno le corse, le flessioni e questa estate, con il caldo, spesso i vari “piani” erano usati dai senzatetto per dormirci la notte – raccontano i residenti che vedevano i movimenti intorno al palazzo – E poi si vedono persone entrare ed uscire dal cortile ad ogni ora del giorno della notte anche se non sappiamo esattamente dove si “infilino” e quali parti del palazzo occupino».
Senza contare i danni economici delle attività che si affacciano sulla via. I residenti sono arrabbiati con la proprietà che non riesce a sbloccare i lavori e dunque a mettere in sicurezza e riaprire la strada ma anche con il Comune di Asti che non fa rispettare le ordinanze firmate, sia quella di tre anni fa, sia quella di dieci giorni fa a seguito dell’ultimo distacco del cornicione.
Delle due famiglie proprietarie, quella di Schiappapietra ha espresso in ogni sede (compresa quella legale) e in ogni incontro, la volontà di procedere sia ai lavori di messa in sicurezza, sia a quelli di restauro per riportare il palazzo al suo splendore e metterlo a disposizione di eventi per la città.
Da fonti giornalistiche, sembra che sia invece dal fronte dei Currado-Mazzarolli che arrivano continue opposizioni di tipo formale e condominiale all’esecuzione dei lavori, con numerosi voti contrari durante tutte le assemblee che si sono tenute negli ultimi anni. E, tenendo conto che hanno la maggioranza, in termini di millesimi, le loro decisioni bloccano, di fatto, ogni intervento.
A complicare ulteriormente il difficile rapporto fra comproprietari, vi è anche un soggetto terzo, la Banca d’Asti, che vanta dei diritti sulla parte di proprietà Currado Mazzarolli in virtù di ipoteche accese sul palazzo storico. Le stesse fonti hanno parlato di una lettera dettagliata alle massime autorità cittadine in cui sono riportate tutte le opposizioni ai lavori con la richiesta di un intervento che sblocchi la situazione di stallo.
Progetto
- Elisa Ferrando