Al termine di un lungo ricovero in ospedale, ha concluso la sua corsa Fortunato Petrov Juranovic, classe 1934, che a sei anni divenne la "mascotte" del IV Reggimento Bersaglieri, allora di
Al termine di un lungo ricovero in ospedale, ha concluso la sua corsa Fortunato Petrov Juranovic, classe 1934, che a sei anni divenne la "mascotte" del IV Reggimento Bersaglieri, allora di stanza in Jugoslavia. Un giorno i soldati videro un piccolo orfano che frugava nei resti del rancio alla ricerca di cibo: i bersaglieri lo accolsero, il sarto gli cucì una divisa su misura e da quel giorno il piccolo Fortunato ritrovò la famiglia che aveva perso.
Quando il IV Bersaglieri si spostò, il piccolo Fortunato lo seguì, servendo da interprete: dopo l'8 settembre 1943 il bambino non volle restare in Jugoslavia, preferendo invece seguire il Reggimento, per cui venne fatto entrare in Italia clandestinamente, nascosto in un sacco di pane. Al rientro in patria dei Bersaglieri, molti dei quali avevano aderito al Corpo Italiano di Liberazione, inquadrati nel reggimento Speciale del Gruppo di Combattimento "Legnano", Fortunato non volle abbandonare i suoi amici e restò con loro, con le mansioni di portaordini. Diciotto anni dopo ottenne la cittadinanza italiana: da sempre iscritto alla sezione astigiana dell'Associaz. Nazionale Bersaglieri, Fortunato non scordò mai il periodo in cui era stato un "piccolo bersagliere"; anzi, ogni volta che ne parlava definiva quegli anni come "i più belli della vita".