I consiglieri comunali di opposizione di Prendiamoci cura di Asti – Asti Oltre, Europa Verdi, Uniti si Può, Ambiente Asti, Pd e Movimento 5 Stelle, hanno depositato una nuova interpellanza scritta ponendo l’attenzione sulla situazione dei crediti di dubbia esigibilità iscritti a bilancio. L’interpellanza, formulata anche in seguito alle risposte ricevute da una prima interpellanza estiva e ai pareri della Corte dei Conti, mira a capire una volta per tutte «il grado di immobilizzo dei nostri crediti iscritti a bilancio». La preoccupazione dei consiglieri scaturisce dalla relazione dell’Organo di Revisione relativa al rendiconto della gestione 2024, dalla quale emerge una situazione, scrivono i consiglieri, «sempre più critica». L’ammontare destinato al Fondo crediti dubbia esigibilità ha raggiunto la cifra di 34.398.844 euro. Questo valore, secondo l’analisi, rappresenterebbe circa il 90% del totale degli accantonamenti a fondi registrati in bilancio, pari a 38.221.698 euro.
Tra le voci più consistenti che compongono questo fondo risultano: le sanzioni stradali (16.272.518 euro); il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (13.456.078 euro) a cui si aggiunge una voce, analoga, da 211.993 euro e la tariffa dell’igiene ambientale (2.759.846 euro). L’obiettivo dell’azione dei consiglieri è «comprendere il grado di congelamento dei crediti del nostro Comune» e di conseguenza valutare la «capacità stessa del Comune di garantire i servizi ai cittadini con la normale spesa corrente».
I consiglieri interrogano l’amministrazione richiedendo la data di iscrizione di ciascun credito a bilancio nel fondo crediti dichiarati inesigibili e l’ammontare di ciascun credito. L’interpellanza tiene inoltre conto anche dei provvedimenti legislativi presi dal Ministro Giorgetti nell’ambito della Legge di Bilancio. Il ministro, intervenendo per evitare che lo Stato debba pagare in ultima istanza i debiti non onorati dagli Enti Locali, ha inserito una norma che obbliga i sindaci meno virtuosi nell’azione di recupero crediti ad affidare la riscossione coattiva delle entrate ad Amco. Amco è una società controllata dal Tesoro, originariamente nata per la gestione dei crediti deteriorati delle banche. I consiglieri di minoranza ritengono che l’obbligo di affidamento ad Amco sia «senza dubbio di azione importante da cogliere al volo».
Nel contesto dell’interpellanza, i consiglieri richiamano infine le osservazioni inviate dalla Corte dei Conti il 14 maggio scorso. La Corte, pur riconoscendo che la condotta del Comune di Asti fosse conforme al principio della contabilità finanziaria riguardo al riconoscimento formale dell’inesigibilità (che richiede l’analitica descrizione delle procedure seguite), ha ricordato gli obblighi contabili sullo stralcio. Il principio contabile stabilisce che, trascorsi tre anni dalla scadenza di un credito non riscosso, il responsabile del servizio debba valutare l’opportunità di operare lo stralcio del credito dal conto di bilancio, riducendo di pari importo il Fondo crediti dubbia esigibilità accantonato.