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Una nuova forma di orientamento: formare menti consapevoli

All’Istituto “G. Penna” di Asti presentata la nuova offerta formativa con una riflessione su attitudini, consapevolezza e opportunità per i giovani astigiani

Mercoledì 5 novembre, all’Istituto “G. Penna” di Asti, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’offerta formativa e delle novità dei due indirizzi dell’istituto – Agrario con sede in Asti ed Enogastronomico con sede a San Damiano – con un confronto aperto e partecipato sul tema dell’orientamento, con la partecipazione del Sindaco di San Damiano Davide Migliasso.  

Un incontro che ha voluto andare oltre la semplice illustrazione dei percorsi didattici, trasformandosi in un momento di dialogo tra scuola, istituzioni, imprese e famiglie per costruire percorsi formativi sempre più coerenti con le esigenze del territorio e dei giovani.

Durante gli Open School, le famiglie potranno visitare la scuola, gli ambienti, la cantina e l’azienda, trovando persone disponibili a fare un vero orientamento. Le date sono già fissate: 22 novembre, 13 dicembre e 17 gennaio 2026 (sempre dalle 9 alle 13).

Ripensare l’orientamento

«L’orientamento non può essere una vetrina promozionale», ha esordito il prof. Giorgio Marino Dirigente Scolastico dell’Istituto Di Istruzione Superiore “G. Penna” di Asti, relatore principale. L’obiettivo, ha spiegato, è restituire profondità a un concetto spesso ridotto a una competizione per le iscrizioni. «Non vogliamo rincorrere le famiglie nei saloni dell’orientamento: preferiamo aprire le nostre porte ogni sabato, incontrare chi è interessato, mostrare gli ambienti, i laboratori, la cantina dell’azienda agricola e parlare davvero di attitudini, motivazioni, prospettive».  

Un orientamento “autentico”, dunque, che metta in relazione desideri e capacità dei ragazzi con un’offerta formativa che rispecchi le richieste del territorio.

Il relatore ha poi evidenziato come la scuola italiana, basata su tre grandi indirizzi – licei, tecnici e professionali – sia ancora condizionata da stereotipi duri a morire: «Si pensa che il liceo sia l’unica scelta di valore, mentre tecnico e professionale vengono percepiti come percorsi di “serie B”. È un errore culturale che penalizza il Paese: abbiamo bisogno di operatori qualificati, di tecnici competenti, non solo di percorsi generalisti».  

Dal consiglio orientativo alla consapevolezza

A sottolineare l’importanza di un approccio più ampio un intervento in rappresentanza degli Istituti primari di secondo grado, ricordando come spesso il “consiglio orientativo” della scuola media finisca per riprodurre una visione gerarchica dei percorsi: liceo per i migliori, professionale per chi fatica.  

«Bisognerebbe cominciare a lavorare sull’orientamento già dalla primaria – ha proposto – e creare sinergie concrete tra comprensivi e scuole superiori. Far vivere agli studenti giornate intere nelle scuole superiori, magari insieme ai genitori, aiuterebbe tutti a scegliere con maggiore consapevolezza».  

Il punto di vista del mondo del lavoro

Un contributo significativo è arrivato anche da Confagricoltura Asti, rappresentata dalla direttrice Mariagrazia Baravalle, che ha riportato la prospettiva delle aziende agricole e agroalimentari del territorio: «Le nostre imprese cercano ragazzi svegli, capaci di imparare in fretta e di affrontare problemi reali. Non servono solo voti alti, ma una forma mentis pratica».  

Baravalle ha poi smontato un altro luogo comune: «Bisogna scollegare l’idea che gli studi più lunghi portino automaticamente a un miglior tenore di vita. Oggi un buon cantiniere o un trattorista esperto possono guadagnare più di molti laureati».  

Una sfida culturale

Le parole dei relatori hanno disegnato un orizzonte chiaro: restituire dignità e centralità all’orientamento come processo di crescita personale, non come operazione di marketing. Un tema che tocca da vicino la scuola, ma anche la famiglia e il mondo del lavoro.  

«L’assenza di un orientamento efficace – ha concluso Marino – rischia di avviare percorsi fallimentari. L’obiettivo è far incontrare talento e opportunità, qualità e territorio. Solo così la scuola potrà formare persone consapevoli, non solo studenti iscritti».  

Un messaggio forte, che invita a ripensare l’educazione come rete viva tra istituti, imprese e comunità, dove ogni scelta non sia un automatismo, ma un passo ragionato verso il futuro.

[Foto Ago]

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