Una bruttissima avventura per un 51enne astigiano che è terminata solo quando non aveva più denaro da versare alla donna che per molti anni lo ha tenuto in scacco con una “sextortion” in piena regola.
Un’estorsione che si basava su un ricatto ben preciso: “Se non mi dai i soldi, io diffondo a tutti i tuoi amici, colleghi e parenti i messaggi intimi che ci siamo scambiati”. E la vergogna è stata così forte, nell’astigiano, da versargli, per oltre sei anni ininterrottamente, una cifra di poco superiore ai 60 mila euro.
Tutto è nato quando una donna di origine brasiliana, di 46 anni, residente a Montegrotto Terme (provincia di Padova), si è registrata su un noto sito di incontri sessuali utilizzando una falsa identità e spacciandosi per escort in cerca di clienti.
L’astigiano si era messo in contatto con lei senza accorgersi che lo scopo della donna era solo quello di raccogliere messaggi molto intimi e personali oltre a carpire informazioni sulla sua cerchia di amici e contatti. Una volta intercettata la rete di conoscenze dell’uomo, la brasiliana ha cominciato a chiedergli denaro, in modo sempre più pressante e crescente negli importi, dietro la minaccia esplicita di diffondere le chat a carattere erotico a tutti i suoi contatti.
La Procura della Repubblica del tribunale di Asti, che ha chiesto ed ottenuto per lei l’arresto in carcere con l’accusa di estorsione aggravata e sostituzione di persona, rivela che per la vittima il calvario è durato ininterrottamente per ben sei anni, durante i quali la ricattatrice è riuscita a mettere insieme la cirfa di 62 mila euro estorti all’astigiano.
In qualche caso l’uomo ha tentato di opporsi ai pagamenti e di sottrarsi alle richieste di denaro, ma la donna metteva in atto una forma di persecuzione che, alla fine, facevano desistere la vittima che si precipitava al più vicino money transfer per effettuare i pagamenti.
La denuncia è scattata solo quando non ha più retto, nè economicamente nè moralmente.
A quel punto è entrato in azione il lavoro della Procura e della Polizia di Stato in servizio alla sezione di pg. Nonostante la falsa identità e i numeri telefonici intestati a prestanome oltre ai conti esteri sui quali faceva versare il denaro dalla vittima, la donna è stata identificata e con robusti indizi rappresentati dai tabulati telefonici e dagli accertamenti finanziari, è stato possibile ricostruire questa lunga e complessa vicenda.
Le conclusioni hanno portato all’arresto della donna, nella sua abitazione, ad opera della Squadra Mobile della Questura di Padova che l’ha portata al carcere di Verona. Sono stati sequestrati anche conti e beni.
«E’ importante non cedere mai ad alcuna forma di ricatto» scrive il procuratore della Repubblica di Asti Biagio Mazzeo, invitando tutti i cittadini a denunciare tempestivamente eventuali reati della stessa specie, anche se solo tentati.