Il Palio di Asti torna a far discutere e ancora una volta è al centro di una querelle politica nata dopo l’ufficializzazione, da parte del sindaco Maurizio Rasero, della terna con i nomi tra cui scegliere il nuovo capitano del Palio. Tra questi c’è l’attuale capitano in cerca di riconferma, Gianbattista Filippone, ma anche Davide Argenta e Giuseppe Vertucci (oggi presenti nel gruppo del capitano).
Tutto nella norma, se non fosse che a depositare la candidatura sono stati anche Giacomo Casale (anche lui componente del gruppo del capitano) e Michele Gandolfo, ex capitano che ha ricoperto l’ambito ruolo tra il 2016 e il 2022. Quest’ultimo, però, non potrà tentare la rielezione (che sarà decisa con il voto segreto nel Consiglio del Palio) perché Rasero non l’ha inserito nella rosa dei “tre finalisti”. Una scelta, quella del sindaco, legittima sotto l’aspetto del regolamento, ma per alcuni poco democratica. Che non ci siano grandi simpatie tra Rasero e Gandolfo è cosa nota nell’ambiente del Palio, ma il sindaco aveva tempo fino al 5 dicembre per definire i tre candidati da portare in votazione.
Rasero, invece, ha anticipato i tempi puntando molto sulla continuità dell’opera svolta dall’attuale gruppo del capitano, ma provocando, allo stesso modo, un “piccolo fuoco” che potrebbe degenerare in un incendio. Questo perché i dodici consiglieri comunali di opposizione hanno protocollato la richiesta di un Consiglio comunale aperto sul Palio e sull’elezione del nuovo capitano sperando, così, di poter aprire un confronto pubblico, al di là di quanto viene definito nell’apposito Consiglio, «per consentire ai candidati di illustrare il proprio programma e la propria visione per il Palio 2026, favorire il confronto con il Consiglio e la cittadinanza, condividere obiettivi e strategie in un’ottica di collaborazione, trasparenza e partecipazione». In più i consiglieri vorrebbero, tramite questa assemblea straordinaria, «rafforzare il ruolo del Consiglio comunale nella valorizzazione della manifestazione, pur nel rispetto delle prerogative di autonomia del gruppo del capitano». Questo sulla carta, ma la realtà, come spesso capita, ha preso altre strade e la decisione di Rasero di procedere con la terna prima del Consiglio comunale aperto è stata l’innesco della querelle.
Rasero, interpellato sull’esclusione di Gandolfo dalla rosa dei papabili, ha replicato senza indugi: «Non ho escluso nessuno, ho scelto tre persone e ho rispettato a pieno lo Statuto ed i regolamenti votati dal Consiglio del Palio». Quindi ha ricordato che entro il 31 ottobre doveva raccogliere le candidature ed entro dicembre comunicarne tre. «L’ho fatto un mese prima della scadenza e avevo un unico obbligo, sempre da regolamento: se il capitano uscente fa domanda sono obbligato a inserirlo nella terna. Cosa che ho fatto. Ho aggiunto altre sue professionalità che ritenevo adatte e competenti. Ora il Consiglio scelga». E ha concluso: «Quel gruppo è coeso e vuole continuare indipendentemente da chi sarà capitano. Non ci sono prime donne e mai nessuno in questi anni si è lamentato di loro».
L’opposizione attacca: «Il sindaco ha deciso i “suoi” candidati»
Se per Rasero tutto è stato fatto secondo Statuto e regolamenti, per i consiglieri di minoranza la faccenda è molto più articolata. Che la questione sia, per certi versi, anche politica è innegabile perché Filippone, oltre ad aver ricoperto la carica di capitano del Palio negli ultimi tre anni, è stato candidato, alle ultime elezioni comunali, nella lista Maurizio Rasero sindaco incassando 134 preferenze, ma non abbastanza per essere rieletto (aveva ricoperto la carica di consigliere comunale di maggioranza anche nella prima amministrazione Rasero). Per Rasero, quindi, è una persona che gode della massima fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto.
«Il sindaco ha escluso due nomi molto titolati come l’ex capitano Michele Gandolfo e Giacomo Casale che fa parte del gruppo del capitano. Decisione legittima, ma solitaria e senza nessun confronto. – rimarcano dall’opposizione – Mentre su molti temi cruciali per la città (viabilità, servizi pubblici, riutilizzo dei contenitori vuoti) le decisioni vengono puntualmente ritardate, sul Palio il sindaco ha scelto di giocare in anticipo».
Per i consiglieri di minoranza, quindi, la vicenda non può essere relegata a semplice folclore locale. Vero è che il capitano ha una sua autorità, riconosciuta nel contesto della corsa e delle manifestazioni paliesche, ma per i molti astigiani a cui il Palio non interessa, ed è noto che sono tanti, il nome di chi andrà a ricoprire quel ruolo non sarebbe così importante da farne una questione politica. Per l’opposizione «il Palio è una manifestazione che non appartiene a una parte, ma all’intera comunità astigiana e che produce ricadute sociali, turistiche ed economiche di enorme rilievo». «Non possiamo accettare – concludono i consiglieri – che si decida nelle stanze chiuse, usando i vecchi “bilancini della politica” ed evitando senza un vero confronto pubblico e trasparente con i protagonisti del Palio, i rappresentanti dei borghi, rioni e comuni partecipanti che custodiscono e rendono viva questa tradizione».
Il Consiglio comunale aperto sarà convocato entro il 25 novembre.
[nella foto il capitano del Palio Gianbattista Filippone]