Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
sottrazione
Cronaca
Diritto di famiglia

Asti, prende il figlio e torna sotto le bombe di Kiev: a processo dopo la denuncia del marito

La famiglia viveva nella zona del Moncalvese ma da due anni e mezzo l’uomo non vede più il figlio che oggi ha 8 anni

Arriva dalla zona del Moncalvese la storia di un padre che non vede il figlio da quasi due anni e mezzo.
E che per questo ha denunciato la moglie per sottrazione di minore.
Ma non solo la donna non è più rientrata a casa e non gli fa più vedere il bambino che oggi ha 8 anni. La cosa che più preoccupa l’uomo è che la donna sia tornata nella sua patria di origine con il figlio, ovvero l’Ucraina e, per la precisione, a Kiev, città sotto i bombardamenti e piegata da tre anni e mezzo di guerra.
«Mio figlio soffre di una forma di autismo e qui in Italia ero io a seguirlo e a portarlo in un centro specializzato – ha raccontato – E in effetti stava migliorando a vista d’occhio. Nell’estate del 2023 mia moglie voleva tornare nell’alloggio di Kiev, per trovare parenti e amici. Io mi sono opposto proponendo una visita a mia madre a Malta. Lei ci è andata per una settimana poi di lì, senza passare da casa, ha preso un volo per la Germania e si è diretta a Kiev. Da allora non ho più visto nè lei nè mio figlio».
L’uomo, che è un avvocato, ha sporto denuncia e si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Jacopo Evangelista.
«Di tanto in tanto, per avere aggiornamenti su mio figlio, ingaggio un investigatore privato lì a Kiev. Ho anche voluto sapere dove va a scuola e soprattutto se la scuola è dotata di un rifiugio anti bombardamento».
La donna, difesa d’ufficio dall’avvocato Giulia Gai, non ha fatto più rientro in Italia, neppure per l’interrogatorio durante le indagini, facendo certificare dalla polizia ucraina l’impossibilità di allontanarsi da un Paese in guerra.
«Io non riesco a capire. Se voleva andarsene via da me poteva chiedere il divorzio e avremmo fatto tutte le cose che andavano fatte per continuare ad educare nostro figlio. Sono molto in pensiero anche per le cure specifiche che lui non riceve più a Kiev. Io non dormo la notte pensando che è in zona di guerra e vivo con l’angoscia di ricevere notizie brutte su di lui. Fosse successo il contrario, fossi stato io a portarlo via, sarebbe successo il finimondo».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri inoltre: