Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
Manifesti La Signora delle Ninfee
Attualità
Il caso

La Signora delle Ninfee “invoca” la libertà: affissioni per le strade di Asti in favore della celebre mummia

Uniti si può riaccende i riflettori su uno dei reperti archeologici più importanti della città che, da anni, è conservato in un deposito in attesa del nuovo Museo Archeologico

Un appello visivo, sotto forma di manifesti affissi in città, vuole accendere i riflettori, per l’ennesima volta, su uno dei reperti archeologici egizi più importanti di Asti. Al centro della campagna c’è il sarcofago della “Signora delle Ninfee”, una donna tebana vissuta circa 3000 anni fa. Reperto diventato molto famoso negli ultimi anni, anche grazie a trasmissioni televisive e mostre a tema (organizzate, però, fuori Asti), che fa parte della collezione archeologica attualmente non fruibile dal pubblico.

Oggi, infatti, si sta ancora lavorando alla nuova sezione egizia del Museo Archeologico cittadino che sarà allestito nel complesso della Cripta di Sant’Anastasio e al Museo Lapidario. I lavori sono iniziati diversi anni fa e il Comune spera di aprire la nuova sezione museale entro la fine della prossima primavera. Non ci sono però certezze sulla data di apertura, ma nel frattempo la Signora delle Ninfee attende: “Io sono un bene culturale unico al mondo: liberatemi. – si legge nel manifesto sotto la foto del sarcofago – Pubblico non vuol dire di nessuno, vuol dire di tutti”.

La campagna, voluta dal gruppo consiliare di Uniti si può, vuole proprio sollecitare il Comune a rendere disponibile almeno una piccola parte di questi reperti, celati al pubblico da anni, perché «queste opere devono essere fruite a cittadini, studiosi e turisti». «L’aspetto più paradossale – spiega la consigliera di minoranza Vittoria Briccarello – è che, sebbene i reperti siano conservati nei magazzini, vengono prestati e viaggiano in giro in altre mostre tra Veneto, Biella e quant’altro, pur non essendo esposti nella loro città».

Da Uniti si può rimarcano che la chiusura prolungata del Museo Archeologico, una volta ospitato nel complesso di San Pietro in Consavia, sta provocando un «danno culturale e didattico» per la comunità locale e per il sistema museale cittadino. Di recente i gruppi consiliari Uniti si Può, Europa Verde e Ambiente Asti hanno presentato un’interpellanza per chiedere chiarezza all’amministrazione su tempistiche e modalità di apertura della nuova sezione, ma anche su eventuali criticità che stanno allungando i tempi dei lavori. La campagna di affissioni e l’azione politica convergono sulla stessa urgenza: rendere accessibile il patrimonio archeologico di Asti, a maggior ragione se si pensa che, pochi giorni fa, l’Antico Egitto è tornato alla ribalta delle cronache mondiali per l’inaugurazione del nuovo Grand Egyptian Museum a Giza, nei pressi del Cairo.

Oggi le due mummie di Asti (una più famosa, l’altra meno) e i tre sarcofagi si trovano sotto chiave in un deposito a Palazzo Mazzetti sede della Fondazione Asti Musei.

[nella foto uno dei manifesti sulla Signora delle Ninfee esposto in via Buozzi]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri inoltre: