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Ricordato Luca Bosio a vent’anni dalla scomparsa: «La sua energia creativa era davvero rara» [photogallery]

Molto partecipato l’incontro volto a restituire sguardo e universo creativo del giovane architetto e illustratore – Inaugurata la mostra “Arte, talento e fantasia” con i suoi lavori

A vent’anni dalla scomparsa del giovane architetto e illustratore astigiano Luca Bosio, la Biblioteca Astense gli ha dedicato un incontro profondamente partecipato, pensato per restituirne la voce, lo sguardo e l’universo creativo. L’appuntamento, intitolato “In punta di matita”, si è svolto ieri pomeriggio e ha inaugurato la mostra commemorativa “Arte, talento e fantasia”, promossa dai famigliari, dalla Biblioteca Astense e dalla Scuola del Fumetto, in collaborazione con il Comune di Asti.
L’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, presente insieme al sindaco, ha espresso la gratitudine dell’amministrazione per un artista che, pur nella sua prematura scomparsa, ha lasciato un segno profondo nella città. L’ascolto delle testimonianze, ha ammesso, è stato “una prova emotiva intensa”.

La mostra

L’esposizione – visitabile fino al 25 novembre negli orari di apertura della biblioteca – ripercorre la produzione dell’artista attraverso quattro percorsi tematici: cinema, letteratura, fumetto e storia. Un modo per raccontare la varietà e la profondità di un talento che ha saputo mantenere coerenza e originalità pur muovendosi con naturalezza tra linguaggi molto diversi. In mostra compaiono tavole originali, bozzetti, materiali inediti e documenti d’epoca: frammenti di un percorso breve ma densissimo, in cui rigore architettonico, ironia sottile e immaginazione libera convivono in modo armonico.

Il fumetto: primo amore e forza propulsiva

Coordinati dal giornalista Enzo Armando, amici e colleghi hanno poi restituito un ricordo corale. Per Marco Avoletta, compagno di corso alla Scuola del Fumetto di Asti, incontrare Luca significava essere travolti da una personalità forte, apparentemente pungente, ma capace di rivelare una sensibilità profonda. Le sue tavole, dense di citazioni e piccoli dettagli nascosti, creavano mondi compiuti e coinvolgenti. “Luca aveva un’urgenza espressiva quasi fisica”, ha ricordato, evocando le ore passate a disegnare senza sosta sui banchi.
Francesco Scrimaglio, chiamato dopo la sua scomparsa a completare il graphic novel storico “Martino Di Loreto” iniziato da Bosio, ha raccontato la sfida di confrontarsi con uno stile “barocco”, ricco e minuzioso, ispirato al fumettista Marcello Peola. Impossibile imitarlo: per omaggiare il lavoro di Luca fu necessario ripensare l’opera, inserendo rimandi e miniature originali come citazioni affettuose.
Il fumettista Sergio Ponchione, con cui Luca si confrontava spesso, ha ricordato una “testa particolare, una visione tutta sua delle cose”. Amante della controcultura e dei linguaggi alternativi, Bosio era capace di mettere in discussione chi aveva davanti, stimolando riflessioni e domande. La sua energia creativa, ha detto Ponchione, “è davvero rara”.

Il cinema e l’amicizia: il lato più intimo

Nella sezione dedicata al cinema, Andrea Broccardo – amico e compagno di classe – ha raccontato un Luca timido, riservato, ma pronto a condividere passioni e scoperte. Insieme divoravano film della Troma Entertainment e frequentavano Lucca Comics. “Il rimpianto più grande”, ha confessato, “è non poter vedere come Luca avrebbe interpretato il mondo di oggi con la sua fantasia”.
Chiara Vitali, conosciuta durante un corso per operatori cinematografici, ha regalato uno dei ricordi più intensi e commoventi: Luca come compagno di giochi, di gag improvvisate e video amatoriali, un modo per fermare il tempo. Nonostante gli SMS, continuava a mandare cartoline disegnate a mano. Commovente anche il sogno che le regalò un ultimo saluto, lasciandole una pace inattesa: “Alcune persone”, ha detto, “lasciano una scia di luce”.
A parlare è stato poi Umberto Ferrari, che ha ricordato come, pur non definendosi un esperto di disegno, rimanesse ogni volta “a bocca aperta” davanti ai dettagli dei lavori di Luca. Ma non solo: le sue mail, “divertentissime, autoironiche”, erano a loro volta piccoli capolavori di arguzia, ironia e intelligenza viva. Per Ferrari, il talento di Bosio non risiede soltanto nelle sue opere grafiche, ma anche nel modo unico in cui sapeva comunicare con gli altri, lasciando un’impronta personale e affettuosa.

Storia ed editoria: uno sguardo capace di leggere il passato

A chiudere l’incontro in riferimento ai linguaggi è stato il contributo di Claudio Ezio Pia e Aldo Gamba, che hanno ricordato la capacità di Bosio di dialogare con la storia e con l’editoria locale. Le sue illustrazioni storiche, rigorose e immaginifiche al tempo stesso, riuscivano a restituire complessità e contesto con chiarezza narrativa, unendo documentazione e sensibilità artistica.

Chi era Luca Bosio

Nato ad Asti nel 1977, Luca Bosio mostra fin da piccolo un interesse vivissimo per il disegno, accompagnato da una curiosità metodica verso le immagini e i loro significati. Dopo il liceo scientifico prosegue gli studi in Architettura al Politecnico di Torino, affinando precisione, capacità progettuale e attenzione al dettaglio: elementi che diventeranno parte integrante del suo stile.
Accanto al percorso universitario coltiva una ricerca autonoma nell’illustrazione, nel fumetto e nella grafica, attraversando generi e tecniche con naturalezza. Cinema, letteratura e storia alimentano costantemente il suo immaginario. Partecipa a concorsi e iniziative culturali del territorio, distinguendosi per un linguaggio che unisce rigore, inventiva e ironia.
Sceglie come firma artistica il soprannome “Luc le Fou”, a rivelare una creatività libera, giocosa, personale. La sua scomparsa prematura nel 2005 interrompe un percorso in forte crescita, ma lascia un corpus ricco di bozzetti, illustrazioni e materiali che continuano a raccontare un autore originale e sensibile. Le mostre e i progetti curati negli anni successivi hanno permesso di custodire e valorizzare il suo lascito, mantenendo viva la sua presenza nel panorama culturale astigiano.

Photogallery a cura di Agostino Santangelo

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