Dopo tante parole, nessuna decisione, almeno per ora. Equita, l’advisor finanziario incaricato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Asti di verificare tutte le possibilità di mercato sull’eventuale cessione di almeno una parte del pacchetto azionario di Banca di Asti, ha presentato le sue proposte, ma il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha deciso di soprassedere. Decisione che di fatto frena gli obbiettivi del presidente Livio Negro, che da mesi fa sapere di voler reindirizzare gli investimenti della Fondazione (oggi per il 79% nella Banca di Asti) su asset più redditizi.
Un voto a stragrande maggioranza contrario (uno solo a favore e sei contrari, si racconta) che rimette la palla al centro. La Fondazione deve scendere nella sua partecipazione in Banca di Asti, ha almeno tre anni per farlo, bisogna capire come, una volta che la strada indicata da Negro è stata bocciata. Da tempo, per altro si parla di percorsi alternativi che passano da un maggior coinvolgimento di altre Fondazioni bancarie piemontesi, da quella di Cuneo, alla CrTo (che detiene già un 6%) e forse altre minori. Un “patto tra le Fondazioni” che manterrebbe la governance sul territorio, con tutte le implicazioni economiche e sociali.