Sono 224 le cooperative registrate in provincia di Asti. In calo del 29,1% rispetto al 2020, anche per effetto di aggregazioni e fusioni attuate come strategia di rafforzamento, dimostrano una sostanziale tenuta, con segnali che invitano all’ottimismo.
E’ lo spaccato che emerge dall’indagine sul clima di fiducia delle imprese cooperative nell’Astigiano e nell’Alessandrino, illustrata nel corso di un incontro promosso dalla Camera di commercio Alessandria – Asti.
Il report illustra i dati relativi al settore e i risultati del questionario sottoposto alle cooperative delle due province.
I dati emersi
Per quanto riguarda i “numeri”, è emerso che le cooperative in provincia di Asti sono 224 e rappresentano l’1% del totale delle imprese. Per quanto riguarda i settori, l’agricoltura si stacca nettamente da tutti gli altri, con 60 cooperative; a seguire sanità e assistenza sociale, ma con un numero di cooperative pari quasi alla metà (33) e, notevolmente staccate, costruzioni (21), attività amministrative (20) e manifattura (19). In totale nell’Astigiano si contano 3.762 addetti, in calo del 5,9% rispetto al 2020, mentre il numero di cooperative è diminuito del 29,1%, segno che in molti casi è un effetto della fusione di più realtà. Delle 224 società in totale, 8 sono guidate da giovani, 56 da donne e 37 da stranieri.
In merito al clima di fiducia, la stazionarietà caratterizza sia la variazione di fatturato sia la situazione occupazionale.
Il commento del presidente Coscia
«I dati sulle cooperative nelle nostre due province – ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio Alessandria – Asti – offrono lo spaccato di un mondo variegato, soggetto alle dinamiche di mercato di questi anni come ogni settore della nostra economia: riduzione del numero di imprese, ma maggiore aggregazione e fusioni per competere meglio; difficoltà di reperimento del personale, ma politiche attive di intervento sulla transizione demografica, per un valore della produzione aggregato degli associati alle centrali cooperative di oltre 700 milioni di euro l’anno».
Gli ha fatto eco Edoardo Bertaglia, vicepresidente vicario Agci Piemonte. «L’indagine – ha affermato – porta ad evidenziare una sostanziale tenuta. Il sistema cooperativistico si conferma un pilastro imprescindibile del nostro modello di welfare, tuttora in grado di offrire risposte innovative alle esigenze sociali ed economiche per le comunità dei nostri territori».
L’importanza per il tessuto economico
Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud, ha invece sottolineato l’importanza del tessuto cooperativistico per l’economia del territorio. «I settori principali in cui operano le cooperative – ha evidenziato – sono sanità e assistenza sociale, agricoltura, servizi e logistica, nei quali svolgono ruoli spesso indispensabili per l’economia locale. Un altro aspetto rilevante è il fattore occupazionale, con numeri importanti, ma soprattutto l’inserimento lavorativo dei giovani e il tasso di occupazione femminile».
Analizzando l’ambito delle risorse umane, infatti, il 73% delle cooperative indica la presenza di dipendenti sotto i 35 anni (contro la media piemontese del 70%), mentre le donne addette sono il 74% (contro la media regionale del 66,8%).
La difficoltà nel reperimento del personale
Da sottolineare, però, che anche in questo ambito, come ormai spesso accade, è stata riscontrata difficoltà nel reperimento del personale. Ad affermarlo il 54% delle cooperative (contro il 24,7% di chi non ha incontrato ostacoli). I problemi principali riscontrati sono stati la mancanza di candidati (32,6%) e l’inadeguatezza delle loro competenze (18%).
A sottolineare, poi, il «crescente interesse verso i temi dell’Esg (i tre pilastri del bilancio si sostenibilità, ndr) e del ricambio generazionale», è stato Vittorio Marabotto, coordinatore piemontese di Ue.Coop.
Una sensibilità evidenziata anche da Barbara Daniele, responsabile territoriale Alessandria-Asti Legacoop Piemonte, che ha aggiunto: «E’ emerso un tessuto cooperativo che continua ad investire sul futuro. Anche grazie ad una presenza di giovani under 35 e di donne più alta rispetto alla media regionale, emerge una cooperazione vitale e aperta al rinnovamento».