Beppe Guido “Pescaja”, una delle firme più pretigiose dell’enologia piemontese, tra i promotori della Doc e Docg “Terre Alfieri” (Nebbiolo e Arneis) interviene sulle iniziative di promozione della denominazione.
“Mi onora e compiace l’attenzione al “Terre Alfieri”, progetto da me ideato ormai 20 anni fa. Un percorso ad ostacoli, direi “contro” per le avversità riscontrate in ogni istante del processo denominativo. Ho tenuto nel mio archivio i vari passaggi e le situazioni avvenute intanto per contezza, memoria storica e per evitare opportunisti revisionismi. E’noto che quando si inizia un qualcosa di nuovo emergono più le criticità, indifferenza e dissenso. Il prof Gerbi invitato presso la mia abitazione per il primo incontro esordì: “difficile che te lo lascino fare”. Per fortuna tutto è andato a buon fine anche se è servito molto impegno e dedizione, tempo, denaro ed anche ritorsioni sulla mia azienda. Alla comunità agricola è stato chiesto solo il ontributo delle cassette in legno del tutto volontario.
Fin dal primo momento ho coinvolto, grazie all’aiuto di Coldiretti, tutti gli operatori e le istituzioni in modo totalmente universale senza fare distinzioni.
Osservare attenzione oggi da parte del Comune e del Sindaco di San Damiano da cui da sempre è pervenuto ostracismo e ostilità da una parte desta orgogliosa soddisfazione dall’altra guardingo sospetto.
Come detto fin dall’esordio è stato un progetto di territorio per emancipare l’economia mista di un areale non del tutto vitivinicolo. Da qui nasce l’idea del Paniere Terre Alfieri coinvolgendo e spingendosi anche nei comuni limitrofi come Ferrere escluso dalla DOC. Un lavoro con una visione complessa probabilmente da me intravisto stante una cultura economica realizzata negli studi universitari.
Essendo un progetto sociale e collettivo mi sarei aspettato la condivisione della serata con tutti i Comuni ed in particolare modo con Coldiretti Asti che mi ha supportato in tutto l’iter della doc e della docg. Per la docg: Il primo a cui ho telefonato per intraprendere questo nuovo iter che in seguito abbiamo affidato al Consorzio della Barbera appena trascorsi i 10 anni per promuovere la docg è stato l’allora vicedirettore Luigi Franco ora presidente dell’Enoteca Regionale. Mi disse: “ma sei matto?” Poi fu Carlo Torchio a seguire il progetto questo per doverosa
informazione. La Docg per moltissimi motivi per i quali se desiderate entrare nei dettagli (sono disponibile a rendervi nota di tutti i passaggi) è stata molto risicata. Senza un importantissimo intervento (grazie ad un mio importantissimo contatto) al vertice e senza una importantissima tutela in Comitato Vini probabilmente sarebbe caduta per le numerose pressioni contro. Ho usato i superlativi per farvi rendere conto che è stato un momento apicale. Non ho sbandierato il merito perché il risultato era raggiunto. Ma se desiderate un giorno o l’altro ne possiamo parlare.
Insomma sono avvenute un po’ di cose. E’noto che quando le cose sono realizzate tutti ritengono cosa fatta senza neanche porgere gratitudine e senza addentrarsi negli sviluppi storici.
Questo fa parte del gioco. Tutti desiderano salire sul carro. Ma non accetto superficiale mistificazione ed opportunismo che vada a snaturare l’anima del progetto iniziale che era di totale coinvolgimento di tutta l’area. Per questo ora non capisco dopo tutti questi anni di totale assenza il protagonismo del Comune e del Sindaco di San Damiano.
Dopo un risultato così grande sarebbe bello che il progetto non sia snaturato e portato avanti in stretta collaborazione coinvolgendo tutte le parti in causa sempre con lealtà e vero spirito di servizio nei confronti delle nostre amate colline.
Questo è il mio pensiero.”
Beppe Guido “Pescaja”