Confronto sui libri finalisti all’edizione 2025 del Premio Asti d’Appello (per saperne di più clicca qui), che vedrà la cerimonia conclusiva domani alle 16.30 al Teatro Alfieri di Asti, per circa 40 studenti in rappresentanza della giuria giovane. A riunirsi, nei giorni scorsi in biblioteca, alunni dei licei classico Vittorio Alfieri e scientifico Vercelli, oltre che di istituto Monti, liceo artistico Benedetto Alfieri, istituto Giobert e istituto Castigliano, in rappresentanza dei 126 componenti della giuria.
Accompagnati dalle insegnanti che li hanno seguiti in questo percorso e stimolati dal giornalista Carlo Francesco Conti, hanno espresso le loro valutazioni sui libri degli scrittori finalisti dell’edizione 2025: Marco Balzano con il romanzo “Bambino” (Einaudi), Anja Boato con “Madama Matrioska” (Accento), Nicoletta Verna con “I giorni di vetro” (Einaudi), Fabio Stassi con “Bebelplatz. La notte dei libri bruciati” (Sellerio), Jacopo De Michelis con “La montagna nel lago” (Giunti), Simona Lo Iacono con “Virdimura” (Guanda), Paola Jacobbi con “Luisa” (Sonzogno) e Michele Ruol con “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” (Terrarossa).
Le opinioni
Matteo Parodi dell’Istituto Castigliano ha scelto di parlare di “Bambino” di Marco Balzano: “È un bel libro, lo valuterei 4 stelle e mezzo su 5! È scritto in modo facile e accattivante: ambientato nella seconda guerra mondiale, racconta la vita di un giovane che fa sempre scelte sbagliate nella speranza di poter appartenere a un gruppo”. A Rebeca Botez del liceo scientifico Vercelli il libro è piaciuto per l’approfondimento psicologico e introspettivo, che permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista. Anche Beatrice Bruzzone del classico Alfieri ha dato un giudizio positivo, nonostante abbia sottolineato che i numerosi scarti temporali possono disorientare il lettore.
Ajla Villari del “Monti” ha affrontato “Madama Matrioska” di Anja Boato: “Si tratta di una sola storia fatta di tante storie collegate, da cui risulta un libro particolarmente originale per la tecnica con cui è composto. Tratta tematiche psicologiche, non è riconducibile a un genere specifico e proprio questo lo rende interessante. I protagonisti non sono persone normali perché ciascuno di essi sta vivendo un momento particolare della propria esistenza. È un libro che spinge a riflettere sull’attenzione che prestiamo agli altri e che mostra come i rapporti tra le persone, anche se non si conoscono, possono causare cambiamenti radicali nella vita di ciascuno”.
Anche Martina Della Bella del liceo scientifico Vercelli ha apprezzato molto “Madama Matrioska”, nonostante le situazioni crude che vivono i protagonisti, e ne consiglia la lettura senza interruzioni per coglierne fino in fondo la struttura originale; per Ilaria Bertello dello Scientifico è una tecnica di composizione che all’inizio spiazza, ma poi cattura: “In fondo è un po’ come la vita che cambia continuamente”.
Le analisi
Opinioni diverse sono emerse su “La montagna nel lago” di Jacopo De Michelis. Per Beatrice Bruzzone del liceo classico regge bene la trama “gialla” e il finale, del tutto inaspettato, spiazza ma lascia soddisfatti. Critica invece Alja Villari del “Monti”, che giudica la storia poco accattivante e soprattutto stigmatizza la descrizione dei personaggi femminili, poco definiti e ridotti a puri oggetti del desiderio maschile.
Sveva Lavina del “Giobert” ha invece apprezzato “Luisa” di Paola Jacobbi, bella biografia romanzata di Luisa Spagnoli, che tra fine ‘800 e inizio ‘900, in una società che ancora non accettava l’imprenditoria femminile, riesce con intraprendenza e spirito indipendente a creare e dirigere una propria azienda.
Il confronto su “Virdimura”
“Virdimura” di Simona Lo Iacono è piaciuto ad Alice Panissola dell’istituto Castigliano perché la protagonista è una donna che deve affermarsi in un mondo di uomini e che si impegna a curare tutti i malati senza alcuna discriminazione; ma la lingua, ricca di arcaismi, ha reso a volte pesante la lettura. Concorde Rebeca Botez del liceo scientifico Vercelli, che ha apprezzato in modo particolare il fatto che il romanzo affronti il tema del ruolo della donna nella società, fondamentale nel medioevo di Virdimura come nel mondo moderno.
Rebecca Gardino del “Monti”, invece, non ha avuto dubbi: “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” di Michele Ruol è il libro più bello di questa edizione. “La trama è piatta, non succede nulla, non ci sono colpi di scena – ha affermato – ma ho apprezzato lo stile e il coraggio di raccontare il dolore in modo originale, attraverso gli oggetti. È un libro che va letto perché suscita empatia”. Anche Ajla Villari del “Monti” ha valutato il romanzo molto interessante per l’universalità della storia e la peculiare struttura, che associa un oggetto a un’emozione. Per Noemi Barra del liceo artistico “Inventario” è uno dei libri più belli di questa edizione, capace di trattare splendidamente un tema tragico. Ha particolarmente apprezzato il fatto che i protagonisti non abbiano un nome proprio, ma siano identificati dai rapporti di parentela (Madre, Padre…), così da segnare la linea di separazione tra immaginazione e realtà.
Per Rebecca De Maris del “Giobert” si tratta di un libro molto particolare, privo di una trama consequenziale, che ricorda quanto sia importante stare vicino alle persone care.
Gli altri libri analizzati
“Bebelplatz. La notte dei libri bruciati” di Fabio Stassi è piaciuto moltissimo a Filippo Lazzarato del liceo classico: “E’ un libro che va oltre il genere, offrendo al lettore un’esperienza di lettura stratificata e appagante, un’indagine profonda sui meccanismi della memoria. Un libro capace di turbare e far riflettere, un’opera necessaria per chiunque voglia confrontarsi con le ombre del passato e comprendere come esse continuino a influenzare il presente”.
A concludere la rassegna “I giorni di vetro” di Nicoletta Verna, che per Ajla Villari del Monti “non è un libro per tutti, perché a tratti è molto violento. Il contesto – la nascita e l’evoluzione del Fascismo – è noto e piuttosto abusato, ma il romanzo è reso particolarmente interessante dalle vicende delle due protagoniste, appartenenti a due fasce sociali diverse, le cui strade alla fine si incrociano”.
La classifica
In base alle valutazioni degli studenti, quindi, i libri consigliati vedono al primo posto “Virdimura” e al secondo a pari merito “Madama Matrioska” e “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”. Domani il verdetto delle giurie popolari e togate confermerà o confuterà questa graduatoria.