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Asti, è festa per don Luigi Berzano

Sabato pomeriggio nell’Aula Magna di UniAstiss, amici e colleghi hanno festeggiamo insieme a don Berzano i “50 anni in valle”

E’ arrivato la notte di Natale di 50 anni fa, regalo quanto mai atteso dalla comunità di Valleandona che da tempo aspettava un parroco. Oggi, mezzo secolo dopo, don Luigi Berzano è ancora lì e in mezzo tante cose sono successe.
Occasione per ricordarle una “festa” ospitata in un luogo inusuale, il Polo Universitario Astiss (ma don Berzano è stato per anni anche docente di Sociologia all’Università di Torino): «50 anni in valle» organizzata dall’omonimo Comitato; ad introdurre gli ospiti, in una gremita Aula Magna, è stato il duo di violini composto da Demetria e Andrea Bertino che, con il progetto “Violini in transito”, ha accompagnato il pubblico attraverso vari generi musicali.
A condurre la giornata, «di festa ma anche di approfondimento» come l’ha definita, è stato invece Carlo Cerrato. Numerose le personalità presenti, tra queste il vescovo Marco Prastaro, il vescovo emerito Francesco Ravinale e il presidente della Fondazione CrAt, Livio Negro. È stata una festa di ricordi, da quando don Luigi la notte di Natale del 1975 arrivò a Valleandona, in quella piccola chiesa da troppo tempo senza parroco, ed è stata una festa di amicizia e di inclusione con tante testimonianze e tanta commozione.
Interventi illustri di sociologhi e professori, si sono susseguiti a quelli di cittadini comuni che sono cresciuti con don Berzano, o meglio, grazie a lui. «Io allora avevo dodici anni e ricordo l’inizio di questo cammino, – ha commentato Livio Negro – di come fin da subito don Berzano diventò un punto di riferimento per la nostra comunità, di come lui sapeva vedere “oltre” e consigliare nel modo più giusto». «Io mi trovo ad essere il vescovo di don Luigi, – ha detto monsignor Prastaro – istituzionalmente sono un po’ il suo Padre e, come tale, provo molto orgoglio per come è amato e apprezzato, per come ha vissuto e per come ha voluto bene a voi della Valle».
È stato un pomeriggio diviso in più parti con interventi da remoto e in presenza di amici e colleghi: «un aspetto che non sempre viene evidenziato – ha sottolineato il prof. Giuseppe Giordano – è il suo essere impegnato in riflessioni e pubblicazioni che vanno oltre il contesto italiano e quello che non si può negare è quel suo essere a proprio agio a Valleandona come a New York o a San Francisco, una delle sue caratteristiche, inoltre, è l’elemento umano che gli ha sempre dato forza mentre lui lo si può paragonare alla goccia di olio che fa girare bene gli ingranaggi».
Si sono ricordate le sue battaglie, soprattutto quella contro la discarica di Valle Manina di cui fu sostenitore e che durò vent’anni, il suo essere sempre in prima fila insieme ai suoi parrocchiani, quella volta in cui fu denunciato per essersi messo davanti alle ruote di un camion durante una protesta, sono state proiettate fotografie, articoli di giornali, tanti si sono commossi, tanti l’hanno ringraziato.
La giornata si è infine conclusa con le domande dei giovani, relative a “Spiritualità viandante”, ultimo libro di don Luigi Berzano.

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