Quello che è stato pubblicizzato come un semplice invito ad una cena di raccolta fondi dell'Enpa, nasconde invece un problema animalista ben più vasto e diffuso, anche nella nostra città. La
Quello che è stato pubblicizzato come un semplice invito ad una cena di raccolta fondi dell'Enpa, nasconde invece un problema animalista ben più vasto e diffuso, anche nella nostra città. La cena è in programma per sabato, alle 20,30 al circolo Dlf di via al Mulino (prenotazioni ai numeri 0141/275004 e 338/8844651) e i proventi andranno a sostenere l'attività dell'Enpa a favore dei tanti gatti randagi che, nella nostra città, stanno diventando un impegno importante per gli animalisti. Ad Asti il tasso di randagismo felino è molto alto e molte sono le colonie di gatti randagi sparsi in molti quartieri.
L'unica riconosciuta dal Comune è quella del cimitero, ma i volontari Enpa ne conoscono molte altre: da quella all'ex Ib-Mei ormai abbandonata a quella in via Perroncito, alla zona Fars e poi ancora nel vecchio ospedale, nella ex caserma Colli di Felizzano e nei pressi dell'attuale sede dei vigili urbani. «Mentre esiste un obbligo di legge, a carico dei Comuni, per costruire i canili – spiega Marina Borgo, presidente Enpa di Asti – non vi è lo stesso obbligo per i gatti randagi. Non tenendo conto che un gatto in libertà nel giro di pochi giorni si inselvatichisce e non si fa più avvicinare, nemmeno quando gli si porta da mangiare. In questo modo diventa impossibile sia prenderli per portarli in qualche rifugio, sia sterilizzare le femmine. E si dà via ad una riproduzione senza controllo che non fa che ingigantire le colonie».
Per l'Enpa servirebbe un pezzetto di terreno da recintare che contenga piccole strutture di ricovero per gli animali lasciandoli al contempo liberi di muoversi come è nella natura felina. Ma non un gattile isolato in qualche posto infelice della periferia, piuttosto una parte di qualche giardino pubblico dove i bambini possano avvicinarsi ed affezionarsi agli animali sotto stretto controllo verinario. Attualmente il canile riserva una piccola area al suo interno per le cucciolate che vengono portate lì da qualcuno che le trova disperse ma spesso si verificano infezioni e morie di massa perchè non dispone di strutture per separare gli animali malati da quelli sani, sostiene Marina Borgo.
Ogni anno l'Enpa, nel suo piccolo, riesce a sterilizzare una trentina di gatti facendo fronte autonomamente ai costi che vengono finanziati solo dai tesseramenti e da qualche iniziativa di solidarietà. Per questo è importante che sabato ci sia una buona risposta alla cena di raccolta fondi: più fondi si raccoglieranno, più gatte verranno sterilizzate per il contenimento delle colonie che, ricordiamo, mettono a repentaglio la salute dei gatti domestici e, in casi estremi, anche quella delle persone. «Abbiamo partecipato al bando regionale per lotta al randagismo – interviene l'assessore all'ambiente Maria Bagnadentro – ma purtroppo non è stata prevista la sterilizzazione dei gatti. Abbiamo tentato di "forzare" il contenuto del bando, ma hanno risposto che sarà oggetto di prossimi finanziamenti».
Daniela Peira