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Attualità
Quattro zampe

Asti, “Biancanove” il nuovo angelo a quattro zampe della Rsa San Giuseppe

In pochi giorni conquista gli ospiti della Clinica San Giuseppe e ispira percorsi di stimolazione emotiva e sensoriale, tra giochi, carezze e nuove attività

«C’era una volta una principessa che si chiamava Biancaneve…», anzi no era un cane e si chiama Biancanove e non si tratta nemmeno di una favola anche se tanto ci somiglia. Biancanove, infatti, è il «miracolo» che da 15 giorni vive nella Rsa Clinica San Giuseppe Cooperativa Il Faro di via De Gasperi, una grossa cagnolona bianca (incrocio di un maremmano) presa al canile di Asti con lo scopo di fare compagnia agli ospiti della struttura, una delle poche in città ad avere intrapreso questa iniziativa e l’unica in cui il cane, accompagnato da un operatore, è libero di girare per i reparti.

«Già da tempo pensavamo di prendere un cane per creare un ambiente più famigliare – spiega la direttrice, Cristina Fassio – e in effetti, in pochi giorni, abbiamo visto cambiamenti positivi e incredibili tra gli ospiti». L’aspettano, l’abbracciano, le parlano: «una signora in particolare – sottolinea la direttrice – che usciva dalla camera solo per i pasti e passava le giornate davanti alla televisione, adesso è la prima al mattino a farsi sulla porta per accoglierla».

Biancanove ha 7 anni ed è stata trovata sfogliando pagine social: «ero rimasta colpita dalla storia di questo cane che cercava casa – racconta la terapista Carla Pescatori – e vista l’idea che avevamo decidemmo di andarla a trovare». Claudio Lucia, direttore sanitario, conosceva la storia del cane bianco: «abitava da una famiglia che non potendolo più tenere, l’aveva affidato al canile e per una serie di fortunate coincidenze è arrivato da noi». Biancanove, perché la direttrice aveva un maremmano che gli somiglia e che si chiamava Otto, «e poi il numero civico della Clinica è il nove». Al primo incontro andarono Cristina Fassio, Carla Pescatori e Claudio Lucia: «al canile furono stupiti che a volerla adottare fosse una Rsa – commentano – Lei si mostrò quasi subito molto affettuosa e a suo agio con gli ospiti, soprattutto con quelli più fragili». «La nostra non è la classica pet terapy, non ne ha i requisiti – interviene la psicologa Rossella Parisi – ma ciò non toglie che dal punto di vista sensoriale, emotivo e sociale, apporti molti benefici al quotidiano dei ricoverati, riducendo la sensazione di vivere in una struttura e dando il senso di casa». Una sorta di terapia che precede quella medica, e magari addirittura la sostituisce perché Biancanove, con la sua dolcezza riesce spesso a calmare gli ospiti, li tranquillizza e restituisce serenità.

Un’altra bella iniziativa è la «terapia delle bambole», introdotta un paio di mesi fa: «uno strumento alternativo, nei limiti del possibile, – dice Cristina Fassio – a quello farmacologico, utile soprattutto in casi di demenza». Sono bambole molto simili a veri neonati con tanto di culle e carrozzine, vestitini e biberon che «obbligano» l’ospite (sia uomo che donna) a prendersene cura, a sentirsi responsabili e ad un minimo di attività motoria; le bambole vengono proposte all’ospite per un tempo limitato per evitare che ci si affezioni e sotto monitoraggio dell’educatrice Simona Di Marco. Due i progetti futuri: «Caro amico ti scrivo» che partirà a breve in collaborazione con le primarie e «La stanza sensoriale». Il primo sarà uno scambio epistolare tra un bambino e un anziano che poi si incontreranno di persona; il secondo è «una stanza in cui verranno proiettate luci o paesaggi,- conclude la direttrice – in cui ci saranno profumi, musiche e oggetti che stimolano la persona e la rilassano».

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