A distanza di quattro anni dalla denuncia, si conclude in primo grado, al tribunale di Asti, la travagliata vicenda che ha visto come involontaria protagonista una pensionata spogliata di tutti i suoi risparmi e del suo patrimonio immobiliare.
Ieri è arrivata la sentenza del collegio di giudici (Giannone, Dunn e Rosso) che ha accolto sostanzialmente le richieste di condanna avanzate dal pm Greco, riconoscendo le responsabilità di Domenico Briguglio (condannato a 2 anni) e di Aleksandru e Nicholas Protean, padre e figlio, condannati entrambi a 5 anni di reclusione.
Il primo, difeso dall’avvocato Rattazzi, doveva rispondere di concorso in circonvenzione di incapace, gli altri due, assistiti dall’avvocato Scagliola, di estorsione e utilizzo indebito di carta bancomat.
La vicenda cui fa riferimento la sentenza è quella incredibile in cui, nella stessa giornata, una pensionata è passata da un approfittatore all’altro, senza che gli autori si conoscessero o si fossero accordati. Una sorta di “staffetta” della sorte che si è presa gioco della solitudine e della fragilità della donna. Sola e reduce dall’isolamento dovuto al Covid.
La posizione di Briguglio fa riferimento al primo episodio di cui la donna è stata vittima. Lui era un uomo di fiducia di Tommaso Rossini, il “guru” social no vax che si presentava come avvocato e che, attraverso numerosi video, professava il diritto alla non vaccinazione Covid.
«Io non voglio passare per stupida nè per ebete – ha esordito ieri in aula la vittima che, per la prima volta, ha raccontato quanto successo in quei terribili mesi che le hanno cambiato la vita – Ero andata in pensione da poco, sono sola, ho vissuto con angoscia il lockdown che ha peggiorato una mia fragilità psicologica nota e diagnosticata da tempo. Purtroppo ho cominciato a frequentare on line dei siti “screanzati” come quello di Rossini. Io non sono una no vax fondamentalista, ma a furia di seguire quei siti, mi sono convinta».
Seguendo i video di Rossini, si è anche convinta di ciò che diceva in merito al trattamento dei no vax: «Ho creduto a quella scemenza secondo la quale il Governo avrebbe requisito beni e patrimonio di chi non si fosse sottoposto alla vaccinazione. Così, quando Rossini mi fece sapere che c’era la possibilità di trasferire i soldi in Svizzera e di andare a vivere là lavorando in un autogrill, io ho visto una svolta della mia vita».
La svolta c’è stata, ma non quella desiderata dalla donna che, in aula, non si è sottratta a nessuno dei chiarimenti richiesti da pm, avvocati e giudici.
Rossini in un primo tempo e Briguglio in un secondo, sono riusciti, nonostante le resistenze della banca della donna, a far trasferire tutti i suoi risparmi (48 mila euro) su un conto intestato al “guru” pugliese.
«Il bonifico lo ha fatto dal salotto di casa mia Rossini insieme ad un suo tecnico informatico. Quando se ne sono andati mi sono resa conto di aver fatto un errore e di aver perso tutti i miei soldi – ha raccontato la donna – La sera stessa i Protean, che mi portavano i pasti a casa da molto tempo ed erano diventati la mia unica “finestra sul mondo”, mi chiesero perché fossi disperata e io spiegai loro la vicenda del bonifico. Mi dissero “Non ti preoccupare, d’ora in avanti tu per noi sarai la nostra zia e vivrai a casa nostra».
La portarono, sempre nello stesso giorno, in un alloggio popolare di Praia malsano, piccolo, sporco e al limite della vivibilità, nei ricordi della donna, che ha aggiungo: «Da quel momento sono diventata carne nelle loro mani. Avevo paura, mi minacciavano, mi tenevano in casa controllata da una loro parente, non avevo le chiavi, nè il mio cellulare, nè la mia auto. E’ in questa situazione di totale terrore che ho firmato la donazione delle mie case a Nicholas per poter tornare nella mia abitazione (di cui aveva solo usufrutto a quel punto n.d.r.)».
Un incubo finito quando è riuscita a chiedere aiuto ad un ex fidanzato che ha avvertito il cognato e, insieme, l’hanno rintracciata e convinta a sporgere querela.
Per il pm Greco, coloro che hanno approfittato di questa donna hanno dimostrato una totale mancanza di umanità, lasciandola nella totale indigenza nonostante le sue fragilità.
Va detto che, nel tempo, Rossini ha restituito la cifra sottratta alla donna così come i Protean hanno restituito gli immobili in vista del processo.
Per l’avvocato Scagliola, difensori di padre e figlio, la donna ha avuto più di un’occasione per chiedere aiuto e sottrarsi a quella che ha descritto come una situazione invivibile, ma non l’ha fatto. Anzi, vista la sua solitudine, ha detto in arringa, nei Protean ha trovato una, seppur ruvida, parvenza di famiglia.
L’avvocato Rattazzi ha sostenuto come non sussista per Briguglio il reato addebitato in quanto ha agito su ordine di Rossini e non vi è prova che ne abbia tratto profitto. Inoltre, non era possibile per lui riconoscere lo stato di vulnerabilità della donna definita da successive perizie “persona circonvenibile”.