Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
ambulanza notte soccorso x
Cronaca
Corte d’Appello

Asti, un po’ di sconto pena per padre e figlio dopo l’accoltellamento in strada del rivale in amore

Non è stata riconosciuta la premeditazione. L’episodio avvenuto a Borgo Tanaro

E’ arrivato un piccolo sconto dalla Corte d’Appello di Torino cui hanno ricorso Claudio e Luca Perissinotto, padre e figlio,  già condannati ad Asti per tentato omicidio.

A fronte di una condanna a 7 anni per il figlio e a 5 per il padre, i giudici torinesi hanno accolto la tesi del loro difensore, l’avvocato Jacopo Evangelista,  facendo scendere a 4 anni e 8 mesi la condanna per Claudio e a 6 per Luca.

L’episodio del quale sono stati chiamati a rispondere penalmente si è consumato nella zona di borgo Tanaro, in via Cirio, a breve distanza dalla casa dell’uomo ferito.

Quest’ultimo, con il figlio di 11 anni, era sceso in strada per portare il cane quando è stato avvicinato da Luca e ne era nata una violenta discussione.

I due si erano già incontrati, poco prima, in un bar di Asti, dove lavorava come cameriera la compagna di Perissinotto (residente con il padre a Felizzano). I due, secondo quanto ricostruito a processo, non stavano attraversando un momento di serenità e il ragazzo considerava l’altro un rivale che non contribuiva a rasserenare i loro rapporti.

Per questo, dopo l’incontro al bar, con il padre era andato a cercarlo sotto casa. Trovandolo in compagnia del figlio e del cane. Il “rivale”, visto che i toni della discussione si stavano facendo molto accesi, aveva rimandato in casa il ragazzino di 11 anni e poco dopo un vicino di casa lo aveva trovato nell’androne, a terra, con una copiosa emorragia in atto dovuta ad una coltellata all’addome.

La testimonianza della vittima e le telecamere di videosorveglianza aveva portato in poco tempo all’identificazione dell’aggressore. Padre e figlio, d’altro canto, non avevano mai smentito di essere stati lì e hanno dato la loro versione. Il padre ha detto di non essere neppure sceso dall’auto e dunque di non aver partecipato all’aggressione a colpi di coltello. Il figlio ha ammesso la coltellata ma in termini di difesa visto che l’altro lo stava sovrastando. E lui, quel coltello, lo portava sempre con sè per via del lavoro di corriere che faceva; lo usava per liberare i pacchi dai bancali da consegnare. Una versione creduta dai giudici torinesi che hanno escluso la premeditazione.

(Foto da repertorio web)

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *