Si terrà oggi pomeriggio (mercoledì), alle 15.30 nel Palazzo della Provincia, l’incontro del sindaco (e presidente della Provincia) Maurizio Rasero e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, rappresentati rispettivamente dai segretari territoriali Luca Quagliotti, Stefano Calella (segretario aggiunto) e Armando Dagna.
All’ordine del giorno il futuro della sede astigiana di Konecta, azienda che si occupa di gestione clienti (call center) e che, all’inizio del 2024, ha assorbito l’attività della Comdata.
L’incontro si è reso necessario dopo che, venerdì scorso, le segreterie nazionali e regionali delle categorie sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno lanciato l’allarme contro la chiusura delle sedi Konecta di Asti e Ivrea.
Una presa di posizione a poche ore dall’incontro on line durante cui l’azienda ha presentato il piano industriale 2026 alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali unitarie e aziendali di tutte le sedi italiane.
Le difficoltà del settore
«Innanzitutto – spiegano Carmela Pagnotta e Anna Amato, Rsu Slc Cgil – in quell’incontro sono state illustrate le ben note difficoltà del settore, che noi sappiamo essere legate a due ragioni principali: l’utilizzo ormai diffuso dell’intelligenza artificiale nell’ambito del customer service, ovvero nel servizio svolto dai telefonisti dei call center, e il fatto che molte aziende committenti stanno nuovamente internalizzando il servizio, per cui le commesse spesso non garantiscono i ricavi del passato».
«Dopodiché – specificano le segreterie regionali – la dirigenza aziendale ha annunciato l’intenzione di procedere, a partire da giugno 2026, con l’accorpamento delle tre sedi piemontesi (Asti, Ivrea e Torino) in un’unica sede nel capoluogo regionale. Una decisione che, a scapito di qualsiasi percorso di riqualificazione e riconversione, decreta, di fatto, la chiusura delle sedi di Asti e Ivrea».
Nella sede di Ivrea sono impiegati circa 700 lavoratori, in quella di Asti 400, per un totale di 1.100 addetti.
La calusola sociale e i contratti di solidarietà
Qualche avvisaglia di un futuro non del tutto roseo per la sede di Asti si era avuta nei mesi scorsi, ma all’interno di un quadro generale considerato dai sindacati non preoccupante. Il riferimento è a due fatti specifici, come spiega Marco Perello, Rsu Uilcom Uil. «In primo luogo – annota – l’attivazione della clausola sociale, presente nel contratto nazionale, in seguito alla perdita della commessa Iren. In virtù di questa clausola, infatti, 130 lavoratori, ora scesi a 124, hanno “seguito” la commessa, divisi in due piccoli call center (Tecnocall e Mediacom), collocati in un altro sito cittadino. A seguire, lo scorso luglio, la firma dell’accordo sui contratti di solidarietà che stanno riguardando tutti i dipendenti Konecta di Asti».
La posizione dei sindacati
La posizione delle segreterie sindacali, anche a livello nazionale, è ferma. «Pur riconoscendo le complessità del settore e delle aziende che vi operano – continuano – rigettiamo con forza le soluzioni proposte da Konecta».
«Soluzioni che non ci aspettavamo affatto – incalzano Pagnotta e Amato – considerando che recentemente abbiamo rinnovato il contratto nazionale e sottoscritto un accordo per lo smart working. Questa decisione non può ricadere sulle spalle di oltre un migliaio di lavoratori e delle loro famiglie».
I sindacati sono quindi pronti a mobilitarsi. «Contrasteremo immediatamente la chiusura delle sedi di Ivrea e Asti, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione», chiariscono le segreterie regionali.
«Faremo qualsiasi cosa per evitare la chiusura della sede di Asti – conclude Perello – anche perché gran parte dei dipendenti sono ormai part time a 20 o 30 ore settimanali, essendo questa la proposta di orario che viene avanzata più frequentemente al momento dell’assunzione. Lavoratori che, quindi, non potrebbero accollarsi i costi del viaggio per raggiungere Torino ogni giorno».
Oltre all’incontro di oggi con il sindaco Maurizio Rasero, all’inizio della prossima settimana si terrà l’assemblea sindacale con i lavoratori della sede astigiana.
«La convocazione da parte del sindaco Maurizio Rasero – commenta Stefano Calella, segretario generale aggiunto Cisl Alessandria – Asti – va nella direzione giusta, in quanto istituzioni e sindacati devono stare al fianco dei lavoratori per mettere a punto qualsiasi iniziativa volta a scongiurare il rischio della chiusura della sede astigiana».