«Molto equilibrati, ricchi di profumi tipici e piacevoli al gusto»: la Barbera 2025 passa il giudizio (severo) dei tecnici. La conferma arriva ad «Anteprima barbera», la degustazione di 21 campioni selezionati da 14 aree di produzione diverse dell’Astigiano, l’evento enoico promosso da Coldiretti Asti, con l’obbiettivo di valorizzare e promuovere lo storico vitigno bandiera piemontese.
A guidare le degustazioni, il professor Vincenzo Gerbi, vera autorità nel settore, e Daniele Rabbione, direttore del Centro Studi Vini del Piemonte. Le barbere assaggiate (future d’Asti docg e Nizza docg) arrivavano da: Castelnuovo Don Bosco, Asti, San Damiano, Agliano, Vaglio Serra, Albugnano, Montegrosso, Castagnole Lanze, Montemagno, Nizza Monferrato, Mombercelli, Casorzo, Castelnuovo Calcea e Cisterna d’Asti.
«I campioni degustati si dividono in vini più di pronta beva, ma di grande struttura, e in altri più adatti all’invecchiamento; in generale, tutti di alto livello – il giudizio finale di Gerbi.- Si registra anche una perfezione della vinificazione nell’ormai quasi totalità dei produttori, che hanno imparato a gestire le potature dimostrando una crescita esponenziale della professionalità».
Per Secondo Rabbione, vice direttore Coldiretti Asti : «Ora possiamo confermare che quella appena trascorsa è stata un’ottima annata. Dalle analisi sono emerse Barbera in perfetto equilibrio organolettico, con un’importante concentrazione di colore e di polifenoli e una grande struttura». Analisi più articolarta quella del vicepresidente del Consorzio Barbera d’Asti Filippo Mobrici: Il mondo del vino non sta attraversando un buon momento, ma lo supereremo con il grande lavorop dei vignaioli e con la qualità. Voglio sottolineare l’imporanza di momenti come questi: la Coldiretti sta vicino ai produttori e si mette a disposizione della sua gente».
Sugli aspetti tecnici si è soffermato il direttore provinciale di Coldiretti Giovanni Rosso: «“Le analisi puntuali messe a disposizione dal Centro Studi Vini del Piemonte sono oltremodo fondamentali per disporre delle informazioni necessarie e, in alcuni casi, indispensabili, per meglio affrontare l’affinamento, nonché per valutare i diversi potenziali di serbevolezza, andando a prevederne l’apoteosi di maturità e di espressione organolettica».
La presidente di Coldiretti, Monica Monticone, ha insistito sul valore della comunicazione e della promozione del vino e del terriorio: «E’ soddisfacente – ha poi aggiunto – apprezzare come, negli anni, anche grazie a questa occasione di confronto e di approfondimento tecnico-scientifico, le aziende abbiano potuto lavorare più consapevolmente, accrescendo il valore qualitativo del prodotto».
Foto di Maria Grazia Billi