In caso di emergenza, come reagirebbe il nostro territorio? Per rispondere a questo quesito, si è svolta nei giorni scorsi un'esercitazione di Protezione Civile, su idea del Prefetto Pierluigi
In caso di emergenza, come reagirebbe il nostro territorio? Per rispondere a questo quesito, si è svolta nei giorni scorsi un'esercitazione di Protezione Civile, su idea del Prefetto Pierluigi Faloni, d'intesa tra la Prefettura appunto e la Provincia di Asti, cui hanno aderito tutti i sindaci astigiani. L'obiettivo, monitorare e verificare la pronta attivazione e l'efficienza delle azioni previste dai rispettivi Piani comunali di Protezione Civile, in concomitanza con una reale situazione di allerta meteorologica, per possibile criticità moderata (codice arancione 2).
Il programma esercitativo, che ha avuto esito positivo, è stato illustrato dal Prefetto. Nello specifico, l'esperimento, che ha coinvolto 410 unità, tra cui personale amministrativo, forze di Polizia, tecnici e volontari, ha previsto la predisposizione di un "check list" cioè una sorta di questionario ai 118 Centri operativi comunali (Coc) interessati. L'attività ha presupposto inoltre l'allestimento, nella Sala di Protezione Civile in Provincia, del Centro coordinamento soccorsi (Ccs), mettendo in campo le migliori intelligenze del settore. Il report dell'esercitazione ha così prodotto una dettagliata serie di dati, a partire dai rischi potenzialmente presenti sul nostro territorio, comprendenti, tra l'altro, esondazioni, frane, terremoti, inquinamenti e incendi.
Quindi, sono state innanzitutto riscontrate 107 criticità, suddivise in 69 frane, 16 interruzioni stradali, 14 allagamenti e 3 crolli di lieve entità. Le zone maggiormente interessate da criticità, a livello provinciale, il Comune di Nizza, seguito da quelli di Canelli, Isola e Castelnuovo Don Bosco. Inoltre, 52 Comuni hanno dichiarato di disporre di appositi sistemi di informazione preventiva e di allertamento collettivi; 20 dispongono di un sito web con una sezione, periodicamente aggiornata, dedicata alla Protezione Civile; 93 hanno censito sul proprio territorio la presenza di cittadini che necessitano di procedure ad hoc, per l'eventuale spostamento o evacuazione. I comuni interpellati hanno poi censito l'immediata utilizzabilità di 368 aree di attesa e raccolta, 228 per ammassamento materiali e 441 di ricovero e accoglienza.
Il report ha anche evidenziato in cosa e dove si può migliorare ulteriormente il sistema. Ad esempio, la conoscenza sia degli strumenti di pianificazione territoriale, da mantenere sempre aggiornati, sia del territorio, con le sue mutazioni e risorse; l'azione di procedure idonee in base al rischio; l'individuazione di risorse utili; la comunicazione istituzionale e interna alle strutture. Affiancato dal vice prefetto vicario Paolo Ponta, dal sindaco di Asti e presidente della Provincia Fabrizio Brignolo, Giorgio Sartor della Prefettura, l'architetto Roberto Imparato della Provincia e il geometra Mauro Rolla della Protezione Civile, il prefetto Faloni ha spiegato anche come è strutturato il complesso e articolato sistema di Protezione Civile, le basi su cui poggia e come funziona, per poi annotare: «L'esercitazione è nata nell'emergenza e per l'emergenza. Avete assistito, infatti, in quei giorni, alle criticità che stavano colpendo i territori a noi confinanti. L'attività ha avuto una risposta molto positiva e un ottimo coordinamento istituzionale. Successivamente, potremo di nuovo chiedere ai sindaci la collaborazione per una seconda esercitazione, passando dal pragmatico al teorico».
Soddisfatto anche il presidente Brignolo, che ha commentato: «L'esercitazione è servita a collaudare e rodare la struttura in un momento in cui il sistema era già stressato, considerata l'allerta 2 del bollettino meteorologico. La risposta è stata assolutamente adeguata alle aspettative». Infine Brignolo ha rassicurato: «Gli argini dei nostri corsi d'acqua sono più sicuri e quasi tutti i ponti rifatti. Ora, si presta più attenzione alla manutenzione continua. Perciò, la situazione è completamente diversa rispetto al' 94. Ciò vale anche per il Borbore, per cui sono stati fatti argini nuovi e si è cambiato il disegno della foce nel Tanaro».
Manuela Zoccola