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Brignolo non si dimette dalla Bancae spiega perché può restare dov'è
Attualità

Brignolo non si dimette dalla Banca
e spiega perché può restare dov'è

Si appella a quello che considera un vuoto normativo nel TUEL dopo la creazione delle Province di II livello, cita la Costituzione e riporta lo Statuto della Cassa di Risparmio di Asti. Ora il Consiglio provinciale ha dieci giorni di tempo per accettare le osservazioni o confermare l'incompatibilità. Ma su tutto pende il ricorso in tribunale del Movimento 5 Stelle che lo vuole far dichiarare decaduto dall'Ente provinciale…

Lasciare il CdA della Cassa di Risparmio di Asti? Neanche per idea. E' durata quasi un'ora e mezza la conferenza stampa che il sindaco e presidente della Provincia di Asti, Fabrizio Brignolo, ha indetto questa mattina, venerdì, per spiegare i motivi che lo inducono a restare al suo posto nel CdA della banca. Dieci giorni fa il Consiglio provinciale aveva mosso al presidente Brignolo la contestazione sulla incompatibilità tra il suo nuovo ruolo in testa all'Ente provinciale e la sua permanenza nel CdA della Cassa come previsto da una norma del TUEL (Testo unico degli enti locali).

Poiché la Provincia ha affidato il servizio di tesoreria alla Cassa di Risparmio e poiché Brignolo siede nel CdA della stessa scatterebbe l'incompatibilità tra le due cariche. Ma la norma del TUEL è applicabile anche nel suo caso, ovvero alle Province di II livello? «Questi giorni non li ho passati tanto ad interrogare degli avvocati quanto la mia coscienza – ha detto Brignolo (avvocato a sua volta) – E posso dire di sentirmi un presidente libero e che non sussistono ostacoli a svolgere questo ruolo con serenità».

E' innegabile che la questione sulla incompatibilità contestata al presidente Brignolo (nelle prossime ore sarà depositato un ricorso al tribunale di Asti da parte del Movimento 5 Stelle nel quale si chiede ad un giudice di applicare la norma del TUEL facendolo decadere da presidente della Provincia) è un seguito ideale dell'incompatibilità "politica" che già gli era stata contestata due anni fa, in qualità di sindaco, al momento del suo ingresso in banca.

Altri tempi perché, in verità, fu l'allora segretario provinciale del Partito Democratico (cui Brignolo è iscritto) a porre la questione sull'opportunità di avere un sindaco in banca. Poi cambiò il segretario e con l'elezione del renziano Piero Ferrero (oggi a scavalco tra la segreteria provinciale del PD e l'assessorato regionale all'Agricoltura nella Giunta Chiamparino) la questione non è più stata al centro del dibattito politico (almeno del PD). La conferenza di Brignolo è l'occasione per tornare anche sui fatti di allora andando oltre le repliche che furono date in quel momento. «La domanda che mi pongo è capire se sia utile alla città e agli astigiani che il sindaco sia all'interno della banca dei cittadini – ha spiegato Brignolo – Io credo di sì e credo che sia positivo che un sindaco, unico soggetto locale eletto dal popolo, porti la voce della città in quella banca. Penso che questo sia un elemento di grande democrazia e nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché sarebbe meglio il contrario».

Brignolo etichetta quindi gli attacchi subiti come «strumentali o politici e, per questo motivo, bisogna dare risposte politiche». Una risposta che vale da sindaco ma anche da presidente della Provincia dopo l'elezione del 12 ottobre scorso appoggiato da una lista unica la quale raggruppa esponenti di entrambi gli schieramenti politici in quello che i diretti interessati hanno definito "comitato di salute pubblica". «La lista unica che abbiamo presentato non è stata una mancanza di democrazia come alcuni vogliono far credere – ha aggiunto – Non è che la legge vietava ad altri di fare una seconda lista, condividendo un programma e prendendo i voti necessari. E' facile restare fermi e poi lamentarsi mentre, se non è stato trovato il consenso tra i 1.300 amministratori locali, evidentemente è mancata la capacità politica. Più che mancanza di democrazia direi che c'è stata la mancanza di alternative».

Entrando nel merito delle contestazioni sull'incompatibilità mosse dal Consiglio provinciale, il presidente Brignolo risponde facendo tre premesse che considera fondamentali. Ricorda che «il servizio di tesoreria della Provincia di Asti è stato assunto dalla Cassa di Risparmio nel dicembre 2010 allorché il sottoscritto – ha precisato – non solo non era ancora stato eletto presidente ma neppure nominato "amministratore" della banca». Questo, secondo l'interpretazione di Brignolo, renderebbe impossibile qualsiasi interferenza sulla convenzione già esistente tra i due enti. Replica inoltre che la sua elezione in testa alla Provincia di Asti è avvenuta «ai sensi della recente Legge 56/2014 che ha rivoluzionato sia gli enti stessi che il metodo di elezioni dei suoi amministratori, causando un vuoto normativo e un rilevante problema di coordinamento con il TUEL, tanto da poter ritenere che le norme di questo non si applichino più alle nuove Province».

Brignolo riporta anche l'art. 51 della Costituzione che garantisce ai cittadini l'accesso alle cariche elettive ricordando come «le norme in tema di incompatibilità e ineleggibilità costituiscono un'eccezione e come tali sono soggette a stretta interpretazione». Ultima osservazione fatta davanti ai giornalisti riguarda lo Statuto della Cassa di Risparmio «che distingue, nell'ambito del governo societario, due diversi organi: l'uno, di cui fa parte il sottoscritto, avente compiti meramente di indirizzo e supervisione strategica privo di poteri decisionali, chiamato nella fattispecie "Consiglio di amministrazione"; l'altro con compiti invece gestionali, chiamato "Comitato Esecutivo".

Sostanzialmente il presidente Brignolo risponde che solo chi fa parte del Comitato Esecutivo (e non è il suo caso) può essere inteso come amministratore non chi siede nell'Organo di indirizzo e supervisione strategica «privo di deleghe e poteri gestionali e pertanto nell'impossibilità, anche solo teorica, di realizzare quel conflitto di interessi con la carica pubblica che mi si contesta».
Adesso riparte il countdown di ulteriori 10 giorni (da ieri, giovedì) al termine dei quali il Consiglio provinciale dovrà accettare le osservazioni di Brignolo e convalidare la sue elezione in testa alla Provincia oppure confermare l'incompatibilità chiedendogli di rimuovere la causa della stessa. In questo caso, molto improbabile, Brignolo avrà ulteriori 10 giorni per dimettersi dalla banca per evitare il commissariamento dell'Ente provinciale e la sua decadenza automatica da Presidente.

Riccardo Santagati

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