«Elena era una persona solare, mite, che emanava pace, gioia e serenità. L'avevo vista il lunedì precedente alla sua scomparsa, era venuta nel mio studio per accompagnare la figlia più
«Elena era una persona solare, mite, che emanava pace, gioia e serenità. L'avevo vista il lunedì precedente alla sua scomparsa, era venuta nel mio studio per accompagnare la figlia più piccola. Anche in quell'occasione era la Elena di sempre: allegra, tranquilla, con un'immensa voglia di vivere. Da quando la conosco non aveva mai mostrato segni di depressione. Ma certo non sono in grado di dire se nella sua mente possa essere successo qualcosa all'improvviso». E' il ricordo che traccia di Elena Ceste il dottor Mario Gozzelino, suo medico di famiglia dal 2006, così come lo è anche del marito Michele Buoninconti e dei suoi quattro bambini.
Lo stesso parroco di Motta, che aveva raccolto nel mese di ottobre le confidenze della donna, rilevando in lei quel giorno una certa agitazione, ha raccontato in alcune interviste che non ritiene che la giovane mamma nelle settimane precedenti la scomparsa, il 24 gennaio, fosse in uno stato di ansia tale da suicidarsi. Gli stessi familiari della donna hanno più volte evidenziato come l'avessero vista sempre serena, non notando alcun cambiamento. E anche il marito ha sempre detto di non aver mai notato alcun cambiamento nella moglie, se non nel giorno e nella notte precedenti la sua sparizione, che rimane ad oggi un mistero. In quelle ultime 24 ore prima della scomparsa, secondo quanto racconta il marito, Elena era tormentata da voci e pronunciava frasi apparentemente senza senso, dicendo addirittura che «persino in tv parlavano male di lei», secondo quando ha raccontato in un'intervista televisiva Rita Celli, medico legale e costigliolese, che nei giorni scorsi ha incontrato Buoninconti.
Intanto arriva una nota dell'avvocato difensore del marito di Elena dopo l'aggressione denunciata dalla troupe di Porta a Porta da parte di Buoninconti fuori dalla sua abitazione. «Prima di avanzare qualsiasi giudizio, tutti dovrebbero provare a stare, involontariamente, sotto i riflettori per oltre nvoe mesi come è venuto a trovarsi il mio cliente che, allo stato, non può neppure recarsi nel giardino di casa o uscire dall'abitazione per una normale passeggiata senza correre il rischio di essere ripreso. Da privato cittadino – prosegue l'avvocato – prima ancora che da professionista, mi sento di dire che un conto è documentare un fatto ed un conto è riprendere o filmare qualsiasi minimo spostamento solo per avere immagini "fresche"».