Il terzo sopralluogo nell'area del ritrovamento è la prova di quanto medici legali, Procura e carabinieri stiano lavorando per non trascurare il minimo particolare. Perchè di particolari, questa brutta storia, è piena. Una lista lunga, raccolta nel corso di nove mesi di indagini e di restringimento delle ipotesi sulla sua scomparsa. In cima a questa lista ci sono, inequivocabilmente, le contraddizioni e le stranezze della ricostruzione di quelle ultime dodici ore…
Il terzo sopralluogo nell'area del ritrovamento è la prova di quanto medici legali, Procura e carabinieri stiano lavorando per non trascurare il minimo particolare. Perchè di particolari, questa brutta storia, è piena. Una lista lunga, raccolta nel corso di nove mesi di indagini e di restringimento delle ipotesi sulla sua scomparsa. In cima a questa lista ci sono, inequivocabilmente, le contraddizioni e le stranezze della ricostruzione di quelle ultime dodici ore di vita di Elena fatte dal marito, Michele Buoninconti, oggi indagato per omicidio e occultamento di cadavere.
Partiamo dalla sera prima, l'ultima in cui Franco, il padre di Elena ha sentito la figlia al telefono per chiederle di dire a Michele di passare ad accendere la caldaia nella loro casa di campagna di Govone. «L'ho sentita tranquilla, come sempre -? ha più volte riferito -? l'unica cosa strana è che mi ha detto di chiedere io a Michele quel favore. Mi è sembrato un po' strano ma niente di più». Sempre la sera prima, secondo il racconto fatto da Michele, la moglie gli avrebbe raccontato di essere molto turbata e spaventata perchè "perseguitata" da persone che la ricattavano e le volevano fare del male.
Il marito ha parlato genericamente della sua paura di un filmato imbarazzante di cui però non è mai stata trovata traccia. Nè il racconto dell'uomo è stato più preciso su questo. Salvo riferire che, dopo questa agitatissima discussione, si sono messi tranquillamente a guardare la tv sul divano. Nella notte, sempre l'uomo riferisce che la moglie non si è sentita bene ed era in preda ad un forte stato di ansia tanto che al mattino, dopo aver preparato i figli, ha chiesto a lui di accompagnarli a scuola.
Un'altra serie di circostanze poco coerenti, per quanto riferito dall'uomo nelle varie interviste fatte durante questi mesi, riguarda il momento del suo rientro a casa dopo aver lasciato i bambini a scuola. Subito si accorge dell'assenza della moglie e subito si preoccupa. La chiama, la cerca frettolosamente e poi chiede ai vicini se l'avessero vista. Neanche mezz'ora dopo il suo rientro, era già partito l'allarme sulla sua scomparsa. Un tempo un po' troppo breve per essere così sicuro che si fosse allontanata definitivamente.
L'uomo poi prende l'auto e fa un primo giro sulle strade intorno a casa, dividendo le ricerche con la vicina di casa. Poi rientra e, alla stessa vicina, chiede di cercare meglio con lui in casa. Una ricerca singolare che ha compreso anche gli armadi delle camere e lo strano invito alla donna a guardare anche nel bagagliaio della sua auto. Ma le stranezze di quel giorno non finiscono qui.
In più versioni differenti, l'uomo racconta di aver trovato i suoi vestiti appena rientrato da scuola, nel cortile e vicino al cancello. Subito non avrebbe visto gli occhiali che avrebbe invece ritrovato in un secondo tempo nel prato. Peccato che i vicini di casa che, nel frattempo, si sono radunati davanti all'abitazione, non abbiano mai notato gli occhiali nè i vestiti e che quegli stessi indumenti, poi consegnati ai carabinieri ed analizzati, non portassero alcuna traccia di permanenza in un luogo aperto e sterrato come il cortile. In quella mattinata di ricerche affannose della moglie però, Michele riesce a trovare il tempo di andare ad accendere la caldaia nella casa degli suoceri a Govone. Un comportamento perlomeno strano, considerando la priorità degli eventi di quella giornata.
Un ultimo particolare che è stato rilevato dai tanti criminologi chiamati ad esprimersi sul caso è quello del linguaggio usato dall'uomo in ogni intervista e colloquio. Si è sempre rivolto alla moglie usando verbi "al passato", come se sapesse già che non era più viva.
Daniela Peira