L'apertura di Matteo Renzi nei confronti delle unioni di fatto è un primo passo verso il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e concretizzato con l'inserimento dei Registri delle
L'apertura di Matteo Renzi nei confronti delle unioni di fatto è un primo passo verso il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e concretizzato con l'inserimento dei Registri delle unioni civili nei comuni. Una proposta che si avvicina al cosiddetto "modello tedesco", in cui è riconosciuto il legame familiare di una coppia, anche omosessuale, ma non il diritto di quest'ultima ad accedere all'istituto dell'adozione o ad altre forme di tutele e doveri normalmente riconosciuti alle coppie eterosessuali.
Per questa ragione, anche ad Asti la comunità LGBT che da anni si batte per il riconoscimento dei pari diritti e delle pari dignità delle nuove famiglie chiede al Parlamento di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale 138/2010 riconoscendo giuridicamente, anche alle coppie dello stesso sesso, "il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia". In poche parole di promuovere il matrimonio egualitario. Per questa ragione l'Ufficio Nuovi Diritti della CGIL di Asti ha inviato in questi giorni un "manifesto" al sindaco Flavio Pesce, presidente dell'Assemblea dei Sindaci e al primo cittadino del capoluogo Fabrizio Brignolo in cui la comunità omosessuale e transessuale chiede loro di farsi promotori presso l'Associazione Nazionale Comuni Italiani dell'approvazione di un documento di sostegno al matrimonio egualitario e al riconoscimento di pieni ed eguali diritti alle coppie dello stesso sesso. Oltre che della promozione di iniziative inclusive di tutte le famiglie e rispettosa dei diritti e dei doveri per ciascuna di esse.
«La proposta del Registro delle Unioni Civili di Matteo Renzi è sicuramente un passo avanti rispetto al vuoto normativo attuale in cui vivono migliaia di famiglie italiane ma non è sufficiente perché riconosce sì l'unione familiare di una coppia omosessuale ma non gli stessi diritti» commenta Barbara Tinello, referente dell'Ufficio Nuovi Diritti,? «Noi chiediamo uno sforzo in più, che sia data la possibilità di sposarsi a quelle coppie che desiderano farlo, indipendentemente dal sesso». Al momento per queste coppie è precluso il diritto di veder riconosciuto lo status di parente del genitore non biologico o al partner in caso di necessità di tipo sanitario, l'accesso al sistema dei congedi di lavoro per assistenza e l'esclusione dall'asse ereditario, giusto per citare alcuni esempi.
I numeri d'altronde dimostrano che il fenomeno non può più essere ignorato: in Italia si calcolano 100 mila famiglie Arcobaleno e oltre 300 mila famiglie Rainbow, ossia quei nuclei familiari partiti da una tradizionale famiglia eterosessuale e poi ricomposte in una famiglia omogenitoriale. Il sindaco Flavio Pesce ha dichiarato che valuterà il contenuto del manifesto inviato dall'Ufficio Nuovi Diritti. «E' giusto che i cittadini abbiano gli stessi diritti indipendentemente dal sesso e dal genere» ha commentato il sindaco nicese. Fabrizio Brignolo ha invece fatto sapere che è stato presentato un ordine del giorno ad hoc per il prossimo Consiglio Comunale a firma del gruppo PD. «Come amministrazione ci allineeremo a quanto deciso in assemblea su questo argomento» è il commento del primo cittadino astigiano.