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Un aquilone astigiano per produrre energia a basso costo
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Un aquilone astigiano per produrre energia a basso costo

Sempre più attuale è il tema dell’energia e della salvaguardia delle fonti rinnovabili, a vantaggio del pianeta e dell’economia del cittadino, in un momento di difficile transizione: le

Sempre più attuale è il tema dell’energia e della salvaguardia delle fonti rinnovabili, a vantaggio del pianeta e dell’economia del cittadino, in un momento di difficile transizione: le tecnologie "green" sono sempre più diffuse, implementarle diventa necessario per il benessere globale. A proposito di "tecnologie green", c’è una scoperta, piemontese e innovativa, che utilizza un grande aquilone per sfruttare la potenza del vento di alta quota, generando energia a basso costo. Non si tratta però di un semplice aquilone. E’ un progetto frutto dell’ingegno e della fatica di un gruppo di progettisti dalle diverse competenze tecniche: un gruppo di scienziati e tecnici che opera sul territorio piemontese, da anni studia, lavora e sperimenta, dal disegno alla realtà concreta, ogni minimo dettaglio
progettuale.

Coordinatore e ideatore del progetto è un imprenditore astigiano, Massimo Ippolito, di Berzano San Pietro. L’ingegnosa scoperta nasce dall’insieme di decine di componenti inediti costruiti per questa specifica esigenza: 38 brevetti italiani con migliaia di estensioni internazionali. Il progetto, tema di almeno 30 tesi di laurea e di dottorato, si chiama KiteGen, un acronimo composto dalle parole inglesi "kite" ("aquilone") e "generator" ("generatore"): si tratta di una sorta di grande ala semirigida di materiale composito ultraleggero che cattura masse d’aria per generare energia cinetica.
Il concetto di base è quello della tecnica del volo, unita alla potenza di un generatore. L’ala è collegata, tramite cavi 30 volte più resistenti dell’acciaio, a tamburi con alternatori posizionati a terra e segue dei percorsi definiti da un software sofisticato, catturando un fronte vento molto ampio e generando energia elettrica.

L’idea è nata per rispondere al bisogno collettivo di trovare un sistema di produzione d’energia a zero impatto ambientale, utilizzando una fonte pulita, rinnovabile e inesauribile: il vento. L’energia eolica prodotta da KiteGen ha un costo bassissimo, pari a 10 euro a MWh, circa 1 centesimo di Euro/KWh, ossia 10 volte in meno rispetto ai più economici sistemi di generazione da fonte fossile, oggi largamente utilizzati. A differenza delle torri eoliche, il KiteGen sfrutta il vento utile della troposfera, che fluisce a una quota compresa tra 1000 e 8000 metri: la novità consiste nell’aver capito che il giacimento di vento da sfruttare è molto più esteso di quello che si riesce, attualmente, a catturare a bassa quota. E se d’invenzione vera e propria non si può parlare (come ci puntualizza Ippolito), almeno di scoperta sì: KiteGen ha, infatti, scoperto che il vento di alta quota è più potente e costante di quello raggiungibile dalle turbine eoliche e ha così progettato la macchina specifica per raggiungerlo.

È un po’ come un treno in corsa: il KiteGen cattura le masse d’aria che si spostano ad alta quota e, rallentandole, raccoglie energia cinetica, producendo energia elettrica. Ippolito svela un suo sogno, quello di poter creare un’università del KiteGen, una sorta di Politecnico per la formazione di persone altamente qualificate destinate, in un secondo tempo, a lavorare nell’ambito delle KiteGen Farms, i poli produttivi di eolico troposferico. Di recente, nel marzo 2014, si è tenuta un’audizione di KiteGen presso le commissioni riunite "Attività Produttive e Ambiente" della Camera dei Deputati nell’ambito del programma dedicato alla Green Economy: perché KiteGen sia affidabile, deve essere prodotto a livello industriale, finora come prodotto artigianale era adatto per le attività di ricerca e validazione, non per una diffusione su ampia scala. La scoperta piemontese prenderà il volo in Italia?

Per il momento non si sa, Massimo Ippolito comunica:"Per il momento non lo sappiamo, ma entro il 2015 abbiamo il compito di installare 200 macchine per la produzione di energia elettrica destinata al più grande impianto al mondo di CCU (carbon capture&utilisation) per la cattura e conversione dell’anidride carbonica in fertilizzanti e combustibili di sintesi, tutto questo in Arabia Saudita. Sarà una vera emozione vedere l’automobile del futuro muoversi con combustile originato dal vento".

Roberta Arias

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