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Vecchio ospedale: «Ecco comelo faremo rinascere»
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Vecchio ospedale: «Ecco come
lo faremo rinascere»

Un progetto per recuperare una parte di città avviata inesorabilmente al degrado: è quello che sarà presentato sabato mattina, alle 10.30, nella sala consiliare del Municipio di Asti da un gruppo

Un progetto per recuperare una parte di città avviata inesorabilmente al degrado: è quello che sarà presentato sabato mattina, alle 10.30, nella sala consiliare del Municipio di Asti da un gruppo di giovani progettisti e tecnici coordinati dall'architetto Ferrante Marengo. «Il progetto di ristrutturazione -? spiega l'architetto Marengo -? riguarda tutta l'area dell'ex ospedale ? ed ha impegnato da maggio ad oggi un gruppo costituito dagli architetti Luciano Bosia, Amelio Lisa, Laura Marchisio, dagli ingegneri Matteo Bosia e Diego Gasparin, dai geometri Andrea Leone e Roberto Pellegrino e dal perito Francesco Ingrao». Qual è la caratteristica saliente della ristrutturazione che presenterete?

«Sono previste alcune demolizioni, relative ai corpi aggiuntivi sia della struttura originale del vecchio Ospedale, sia dell'edificio più recente, che risale agli Anni Sessanta e che si affaccia su viale alla Vittoria: il progetto si propone di riutilizzare al meglio le strutture esistenti, evitando costi inutili e valorizzando le strutture storiche. La nostra proposta vuole poi individuare nuove funzioni, per rivitalizzare l'intero complesso e le aree circostanti. L'idea è nata per individuare nuove opportunità e per valutare in modo realistico i costi che sarebbero necessari per recuperare un'area cittadina che è già avviata al degrado e che, se non si interverrà in tempi brevi, non potrà che peggiorare. L'obiettivo è quello di stimolare gli imprenditori ad intervenire, offrendo nuove opportunità di lavoro alla città».

Il costo di trasformazione dell'area si aggirerebbe sui 40 milioni di euro, ma l'ampiezza del progetto è tale che potrebbe stimolare parecchi imprenditori ad intervenire: inoltre, la prospettiva di ricreare nel cuore della città una situazione che, nel volgere di non troppi anni, potrebbe replicare il degrado del Casermone, dovrebbe spingere le istituzioni a favorirne la realizzazione. Quali sono gli aspetti più salienti di questo progetto? «Sono previste soluzioni abitative del tutto innovative -? spiega l'architetto Marengo -? sia dal punto di vista della struttura, sia sotto il profilo sociale. Accanto a spazi di carattere direzionale e commerciale, ci saranno locali riservati alle botteghe di quartiere, ad un ostello, un albergo, bar ristorante, un asilo: inoltre, sono previsti parcheggi, studi professionali ed una sala conferenze. Una parte del progetto è intitolata "cohabitat" e prevede la realizzazione di alloggi di stampo tradizionale, seppure con metrature non ampie, che potranno usufruire di servizi in comune».

Quest'ultima idea appare come una soluzione che potrà interessare a molte persone, di ogni età, che desiderino mantenere la loro indipendenza di vita, senza doversi però preoccupare di tutta una serie di servizi che, per mancanza di tempo, per ragioni di inabilità personale o altro, costituirebbero un problema se dovessero provvedervi da soli. Sabato mattina il progetto sarà illustrato dai progettisti in tutti i suoi dettagli e c'è da augurarsi che possa rappresentare un'iniezione di vitalità e di lavoro ad una città che ne ha sempre meno.

Renato Romagnoli

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