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Attualità

La sanità entra in sciopero
«Servono 50 infermieri e OS in più»

Infermieri in trincea. «Un’immagine non troppo difforme dalla realtà» riferiscono da Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, perché con i tagli apportati al Servizio Sanitario

Infermieri in trincea. «Un’immagine non troppo difforme dalla realtà» riferiscono da Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, perché con i tagli apportati al Servizio Sanitario Nazionale i lavoratori che operano nel settore sono costretti ad affrontare numerose difficoltà causate dal sottodimesionamento degli organici mentre molti giovani neolaureati in Infermieristica faticano a collocarsi all’interno del settore sia pubblico che privato. Un vero paradosso che ha portato il sindacato autonomo ad indire per il 3 novembre una giornata di sciopero nazionale alla quale aderirà anche Asti.

«La situazione nei reparti è ormai insostenibile – spiega Gabriele Montana, infermiere e delegato astigiano di Nursind – noi chiediamo lo sblocco del trattamento economico del personale sanitario e l’assunzione di nuovi infermieri e personale OSS». Il problema è chiaro: il piano di rientro a cui le regioni italiane sono chiamate a sottostare, impone alle aziende sanitarie il divieto di assumere se non per il 50% del tourn over. Questo processo sta provocando una riduzione di personale nei reparti e negli ambulatori che per gli infermieri e gli OSS si traduce con un sovraccarico di lavoro. Paradossalmente, non è che manchino le forze contando che in Italia sono presenti 30 mila infermieri non occupati. «Solo ad Asti, dal 2013 abbiamo avuto 70 neolaureati in infermieristica. Di questi, solo 3 hanno trovato un posto a tempo indeterminato. Gli altri devono arrangiarsi con le partite IVA mentre almeno una cinquantina resta senza impiego» chiosa Montana.

Una situazione che fa rabbia perché allo stesso tempo si spremono le risorse di chi ha invece la fortuna di aver trovato occupazione nel pubblico ma deve farsi in quattro per garantire la prestazione di servizi. «Abbiamo colleghi che tra l’ospedale di Nizza e quello di Asti hanno maturato a testa più di 400 ore di straordinari non pagati negli ultimi due anni. Così non possiamo continuare» riferisce Montana. Alla Regione Piemonte e alla Asl astigiana il Nursind chiede dunque di procedere con nuovi concorsi e assunzioni. Ad Asti lo scorso maggio era stato bandito un concorso per un posto da infermiere. Alla domanda hanno risposto in 2.400 candidati.

«Questo è un primo passo ma non basta. Nella nostra provincia servirebbero 40/50 infermieri e operatori sanitari in più per garantire tutti i servizi e per tenere aperti tutti i reparti» concludono da Nursind. Numeri che in parte sono confermati anche dalla FP CGIL che insieme a CISL e UIL non aderiranno allo sciopero del prossimo 3 novembre. In questa occasione il personale coinvolto sarà tenuto a svolgere solo le attività prettamente indispensabili. Non verrà quindi garantita: l’esecuzione di esami diagnostici (ematochimici, radiologici) di routine non urgenti, l’assistenza e la predisposizione di interventi chirurgici programmabili, rinviabili e non urgenti, l’esecuzione del “giro medico” e l’esecuzione da parte del personale infermieristico e OSS delle attività alberghiere per le persone autosufficienti.

Lucia Pignari

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