A vent'anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Guglielminetti ricorda con una mostra la pittrice astigiana Amelia Platone. Musicista, insegnante, studiosa, fu protagonista della vita culturale dal
A vent'anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Guglielminetti ricorda con una mostra la pittrice astigiana Amelia Platone. Musicista, insegnante, studiosa, fu protagonista della vita culturale dal secondo dopoguerra fino agli anni Novanta. L'inaugurazione è in programma per domani – sabato – alle 17.30 nelle sale al piano terra di Palazzo Alfieri. L'esposizione, il cui sottotitolo recita "Il tempo negato. Ricordi di Sicilia", proporrà al visitatore un'ampia sezione tematica di opere che le figlie Maria Eugenia e Rita Castellana hanno selezionato dai patrimoni personali e da collezioni private.
«La prima volta che Amelia giunse in Sicilia – scrivono le due figlie nelle memorie che guidano il percorso alla Fondazione Guglielminetti – fu nel 1959 accanto a Domenico Castellana. A Palermo terminava il loro viaggio di nozze. Nel 1964 Domenico moriva e Amelia decideva di disfarsi della proprietà della famiglia e tornare ad Asti con le sue bambine di tre e quattro anni.» All'epoca l'astigiana era già un'artista riconosciuta. Si diplomò all'Accademia Albertina con Felice Casorati, maestro di pittura che intuì subito le doti compositive della giovane, per il "segno sensibile, la costruzione armonica, sostenuta".
«E' su questa struttura solida – spiega Marida Faussone, responsabile della Fondazione – che s'innesta tutta la sua ricerca espressiva, nel disegno, nella pittura, nella scultura, nelle tecniche incisorie, coltivate fin dalle lezioni accademiche di Filippo Scroppo, di Marcello Boglione e di Mario Calandri.» Ad Asti Amelia Platone aderì al primo, storico, circolo culturale artistico, La Giostra, fondato nel 1946. La sua attenzione è subito rivolta alla pittura e alla scultura, ma si dedica anche alla xilografia.
«E' stata un'artista attenta alla realtà sociale, alle piccole storie di vita della gente comune. Nelle sue opere ha raffigurato il lavoro, lo svago, la famiglia, con estremo lirismo e attenzione ai semplici gesti quotidiani», aggiunge Marida Faussone. Il legame con la Sicilia Amelia Platone lo coltivò ogni estate, anche dopo la morte del marito. Furono viaggi che ispirarono larga parte della sua produzione artistica: tra gli altri, in mostra saranno esposti l'altorilievo in terracotta "Le quartare" (1959), i dipinti a olio "Fichi d'India" (1963), "Faraglioni a Scodello" (1966), latempera su carta "Contadina siciliana" (1964). La mostra sarà visitabile a ingresso libero fino al 9 novembre, dal venerdì alla domenica con orario 16-18.
Enrico Panirossi