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Quella difficile convivenza con gli accampati
Cronaca

Quella difficile convivenza con gli accampati

Vendemmiatori stranieri si, vendemmiatori stranieri no. Il massiccio arrivo dall'Est di quelli che qualcuno ha battezzato i "disperati della vendemmia" in cerca di un ingaggio ha

Vendemmiatori stranieri si, vendemmiatori stranieri no. Il massiccio arrivo dall'Est di quelli che qualcuno ha battezzato i "disperati della vendemmia" in cerca di un ingaggio ha scatenato la polemica sul web. I torpedoni carichi di speranza, la tendopoli nell'area industriale, l'occupazione dei giardini pubblici tra piazza Unione Europea e la palazzina del peso pubblico hanno polarizzato l'attenzione anche su facebook. Commenti indignati sul degrado, foto di rifiuti abbandonati a terra, riflessioni caustiche, a tratti forti, su questo variegato e composito mondo hanno fatto nascere un confronto in rete sfociato anche in polemica aperta per la cancellazione di alcuni post sulla pagina del gruppo "Sei di Canelli?". Non sono teneri, i canellesi, sul fenomeno immigrazione in vendemmia: c'è chi vorrebbe un'accoglienza più degna a fronte di coloro che chiedono maggior severità anche a beneficio della sicurezza.

Anche Il fatto Quotidiano ha dedicato un servizio dal titolo "Asti come Rosarno: la patria del Moscato è la nuova frontiera dello sfruttamento dei migranti" sulla situazione dei vendemmiatori stranieri. Molte facce di una stessa medaglia, dove s'incrociano storie che inaridiscono il non fertile terreno dell'accoglienza. Eccone due, cartina al tornasole di un clima (e non solo meteorologico) vissuto con malcelata tensione. Tardo pomeriggio di una giornata (finalmente) assolata di metà settembre. Una giovane donna esce dal supermercato con la sporta della spesa e, slalomando tra le auto in sosta, s'avvia verso la propria utilitaria. Gli si fanno accanto due stranieri. «Dammi qualcosa che hai comprato» intima uno di questi. Lei, impaurita ma imperterrita, tira dritto. «Ti ho detto di darmi qualcosa che hai nella borsa» insiste il giovanotto in un incerto italiano. La donna, intanto, ha raggiunto la propria auto, aziona l'apertura automatica, sale in macchina, mette in moto. Non prima di aver ascoltato suo malgrado ogni tipo di ingiuria che il duo, intanto, gli han tirato dietro, senza risparmiargli qualche velata minaccia.

Uggiosa tarda mattina di un giorno di metà settembre. Un giovane straniero entra in una panetteria. «Dammi un chilo di pizza per me e il mio amico, ma non te la pago». Basite, le due donne dietro il bancone si guardano attonite. Una risponde per le rime. Interviene un cliente presente alla scena, offrendosi di acquistare due "grissie" di pane. «No, voglio un chilo di pizza senza pagare» s'infervora l'affamato avventore. «Non ti do nulla. Vattene o chiamo i Carabinieri». Solita litania di epiteti del giovane che esce dal negozio.
Mentre la politica s'arrocca sui bastioni dell'ideologia, la gente affronta il tran tran quotidiano tra inquietudine e fastidio. «Le presenze di auto-dormitorio fortunatamente sono diminuite di molto, ma sono aumentati quelli che bighellonano tutto il giorno, infastidendo chi esce dal supermercato o di casa» dicono i residenti di piazza Unione Europea. E se l'area di Canellitaly non soddisfa c'è la soluzione di riserva: un monolocale con vista sul Belbo (in foto).

Giovanni Vassallo

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