Quello del sindaco Brignolo è un tentativo di rilanciare il comparto economico-produttivo della città. E lo fa mettendo a disposizione l’area industriale di Quarto agli imprenditori che vorranno

Quello del sindaco Brignolo è un tentativo di rilanciare il comparto economico-produttivo della città. E lo fa mettendo a disposizione l’area industriale di Quarto agli imprenditori che vorranno acquistare un lotto per realizzare il capannone. A quali condizioni però? A condizioni decisamente vantaggiose, ha detto il sindaco Fabrizio Brignolo nella conferenza stampa. Il lotto potrà essere acquistato o preso anche solo in locazione. Per quanti vorranno acquistarlo i vantaggi sono molteplici. Intanto non si dovranno pagare gli oneri di urbanizzazione in quanto tutta l’area è già urbanizzata. In secondo luogo l’acquirente comincerà a pagare il dovuto dopo 5 anni e a rate. Il dilazionamento verrà concordato caso per caso in relazione alle esigenze dell’imprenditore, ma potrà arrivare sino a 40 anni e oltre.

Condizioni buone per l’imprenditore che vuole aprire la sua azienda in questo periodo di assoluta crisi e recessione. Consentire all’imprenditore di acquisire subito il diritto di proprietà del terreno, pagandolo a partire da cinque anni dopo, consente allo stesso imprenditore di accedere più facilmente al sistema del credito per avviare la realizzazione dell’azienda. «Inoltre – continua il sindaco – puntiamo molto sulla posizione dell’area. Logisticamente Asti si trova al centro del triangolo Torino, Milano, Genova ed è facilmente raggiungibile da tutte le città del Nord Italia. Il territorio è appetibile. Secondo i navigatori satellitari – ha concluso il primo cittadino – Torino la si può raggiungere in 38 minuti, la città di Genova in un’ora e sette minuti, il porto genovese in un’ora e un quarto. Inoltre, abbiamo fatto una ricerca ed è risultato che condizioni di questo genere non esistono da altre parti d’Italia».

L’area industriale di Quarto ha ancora a disposizione 68 mila metri quadrati di terreno, che verranno venduti a 70 euro il metro quadro. Questa operazione di rilancio produttivo del territorio nasce dal fatto che il Comune deve comunque restituire alla Regione i soldi che quest’ultima gli ha concesso in occasione del bando di assegnazione dell’area effettuato prima della crisi. Bando a cui avevano aderito molti imprenditori, ma dal quale poi, arrivata la recessione, tutti avevano deciso di ritirarsi.