Celavano storie di vita e di speranza caratterizzate da un denominatore comune: il precariato. Parliamo dei candidati alle supplenze annuali nelle scuole medie e superiori astigiane, le cui operazioni di nomina si sono tenute sabato mattina alla media "Brofferio ? Martiri della Libertà". Coordinate dall'Ufficio scolastico provinciale – alla presenza dei sindacalisti di varie sigle sindacali – le operazioni miravano ad assegnare in totale circa 150 supplenze…
Celavano storie di vita e di speranza caratterizzate da un denominatore comune: il precariato. Parliamo dei candidati alle supplenze annuali nelle scuole medie e superiori astigiane, le cui operazioni di nomina si sono tenute sabato mattina alla media "Brofferio ? Martiri della Libertà". Coordinate dall'Ufficio scolastico provinciale – alla presenza dei sindacalisti di varie sigle sindacali – le operazioni miravano ad assegnare in totale circa 150 supplenze. «Si tratta di incarichi che, quest'anno, sono molto frammentati ?- ha commentato Giuseppe Nosenzo, segretario Cisl scuola per le province di Asti e Alessandria -? per cui ogni supplente avrà un orario spezzato in diversi istituti per arrivare all'orario settimanale standard di 18 ore di insegnamento».
Tutti i docenti interessati sono abilitati e fanno parte della graduatoria ad esaurimento, che è nazionale ma organizzata su base provinciale. Quest'anno, come ogni triennio, la graduatoria è stata rinnovata, concedendo a chi ne faceva parte la possibilità di aggiornare i punteggi e cambiare la provincia di destinazione. Vista la scarsa possibilità di occupazione lamentata nel centro – sud Italia, molti insegnanti residenti in quelle regioni hanno chiesto di lavorare in una delle regioni del Nord, tra cui il Piemonte e, nello specifico, Asti. Aumentando così la concorrenza tra coloro che sognavano il posto fisso o, quanto meno, una supplenza certa.
Tra gli aspiranti provenienti dal Sud Daniela Schifilliti, 29 anni, di Messina. «Sono laureata all'Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria – spiega – e ho ottenuto l'abilitazione nel 2009 per insegnare Arte e immagine alle medie. Purtroppo al Sud c'è poca possibilità di lavorare, tanto che sono riuscita a fare solo una breve supplenza nel 2011 nella mia città. Così ho scelto di fare richiesta ad Asti, dato che ho amici a Torino ma, rispetto al capoluogo regionale, in provincia di Asti avevo più possibilità di ottenere un posto. Tanto che l'anno scorso ho ottenuto una supplenza annuale a Villanova, dove mi sono trovata molto bene. Quest'anno sono sesta in graduatoria: ciò significa che ci sono possibilità, ma neanche ora, in attesa del mio turno, ho la certezza che avrò l'incarico».
E' invece seconda in graduatoria Paola Epoque, docente di Francese precaria da 10 anni nonostante il suo curriculum comprenda laurea, scuola di specializzazione Sis e master. «Vista la posizione sono un po' più serena rispetto ad anni passati – confida – ma il problema è comunque dato dalla scarsità di posti nella mia classe di concorso, dato che ormai, in molte scuole medie, si insegna come seconda lingua non più il francese, ma il tedesco o lo spagnolo. Basti pensare che in passato sono arrivata a sommare "spezzoni" di orario in cinque scuole (Moncalvo, Montegrosso, Montiglio, Montafia, Buttigliera), con conseguente aggravio di lavoro e impegno, tra i chilometri macinati e le riunioni quintuplicate rispetto agli insegnanti che lavorano in un'unica scuola. Senza contare la precarietà e il fatto che a luglio e agosto non percepiamo stipendio, ma una misera indennità di disoccupazione. Non avessimo la passione cambieremmo subito professione». Pochi posti anche nella classe di concorso di Diritto, come ricorda Giusi Vitellaro, laureata in Giurisprudenza e vincitrice di concorso. «Sono in questa situazione dal concorso del 1999», sottolinea. «Diritto è una materia che è stata eliminata da numerosi istituti, perché ritenuta probabilmente superflua, e questo rende la mia situazione ancora più difficile. Non sono arrabbiata con le persone che arrivano da altre regioni perché la colpa non è di chi cerca un lavoro, ma di un sistema che non ha nessun senso».
Critico anche Luca Agoglia, laureato in Scienze motorie, precario da 13 anni. «Solo in Italia – afferma – può accadere una cosa simile, ovvero di avere un contratto a tempo determinato dopo che una legge dell'Unione europea impone l'assunzione: evidentemente le norme europee vengono applicate solo quando interessa. So che sono stati presentati ricorsi a questo proposito e che il nostro Paese dovrà pagare delle sanzioni, ma evidentemente è una situazione cui non si vuole porre rimedio in maniera seria. Personalmente sono stanco di cambiare scuola ogni anno, nonostante sia ben posizionato in graduatoria. Graduatorie che, tra l'altro, dovrebbero essere chiuse: invece assistiamo a spostamenti da una graduatoria all'altra che generano ulteriore incertezza. Ci sono colleghi che insegnano da più di 10 anni e improvvisamente si trovano senza cattedra: è una situazione che non potrebbe esistere in nessuna azienda privata, figuriamoci nello Stato. E al riguardo non capisco nemmeno cosa fanno i sindacati, dato che continuiamo ad assistere a "tagli" ogni anno».
E Daniela Corona, laureata in Lingua e letteratura straniera, abilitata all'insegnamento del francese, aggiunge che «è il sistema che non va. Io vivo questa situazione dal 2005 e posso dire che è davvero mortificante. In tale contesto credo che quest'anno sarà difficile ottenere una cattedra con un orario decente e senza viaggiare in tutta la provincia. L'alternativa è ricorrere a istituti privati».
Elisa Ferrando e Cristina Capra