Da qualche tempo, sulle colline di Rocca d'Arazzo, in frazione San Carlo, è possibile imbattersi in una simpatica giraffa che fa capolino tra vigneti e cascine il cui sguardo è puntato verso il
Da qualche tempo, sulle colline di Rocca d'Arazzo, in frazione San Carlo, è possibile imbattersi in una simpatica giraffa che fa capolino tra vigneti e cascine il cui sguardo è puntato verso il parco naturale di Rocchetta Tanaro. Realizzata in ferro su scala naturale (raggiunge oltre i 5 metri d'altezza), la giraffa "arlecchino" è opera dell'architetto ed ex dirigente del Comune di Asti Luciano Bosia (è stata assemblata con l'aiuto del figlio Matteo e dell'amico Marco). Una bella idea, diventata un punto di sosta imprescindibile per i tanti ciclisti di passaggio in quella zona i quali, fermandosi davanti alla struttura in una delle zone più panoramiche dell'Astigiano, non mancano di scattare delle fotografie da condividere su Facebook e Twitter.
La giraffa arlecchino si mimetizza con l'ambiente circostante proprio grazie alla sua anacronistica presenza che non disturba la vista dei passanti ma, al contrario, è un oggetto di richiamo per curiosi e turisti. «La giraffa, imponente ma leggera, è stata considerata un tramite del tutto casuale per evidenziare il trasformismo, l'alchino dantesco ma anche l'arlecchino strehleriano e l'autore di lazzi esilaranti come il protagonista della commedia in cui mangia una mosca» commenta l'architetto Bosia interpellato sulla genesi di una struttura così insolita da collocare in un paese tanto diverso dall'habitat naturale delle vere giraffe.
r.s.