Cerca
Close this search box.
«Sbagliato eliminare Astimusica»Ora la città difende il suo festival
Cultura e Spettacoli

«Sbagliato eliminare Astimusica»
Ora la città difende il suo festival

La decisione dell'assessorato alla Cultura del Comune di chiudere per sempre "AstiMusica", comunicata la settimana scorsa durante la conferenza stampa di bilancio dell'edizione 2014,

La decisione dell'assessorato alla Cultura del Comune di chiudere per sempre "AstiMusica", comunicata la settimana scorsa durante la conferenza stampa di bilancio dell'edizione 2014, ha innescato in città un acceso dibattito sul futuro della rassegna. Abbiamo deciso di raccogliere le opinioni dei cittadini cercando di pescare in un campionario il più possibile ampio per età e gusti personali. Mauro, 27 anni, sostiene: «AstiMusica è un evento che dovrebbe continuare al di là dei gusti personali su alcuni gruppi. Il fatto di avere tanta gente proveniente anche da fuori può permettere ai commercianti di incrementare i propri guadagni e limitare così l'impoverimento della città. Spesso si dice che Asti non offra novità, ma quando queste vengono proposte, nonostante trovino riscontro, incontrano resistenze fino ad arrivare alla loro eliminazione». Stefano, 30 anni, sottolinea soprattutto l'aspetto della gratuità della maggior parte dei concerti della rassegna: «Era una delle poche iniziative che attraeva persone con artisti di rilievo. Bisogna cercare di aprire la mentalità astigiana in modo tale da attirare più gente e vivacizzare la città anche nel periodo estivo. Questo tipo di manifestazione garantiva anche ai meno abbienti di poter assistere a concerti di vari artisti».

Sara Zuccotto, 36 anni, propone invece qualche soluzione alternativa alla chiusura del festival: «Ho molti amici che hanno conosciuto la nostra città grazie ad AstiMusica e non, come spesso accade, grazie al Palio, alle Sagre o alla Douja d'Or. Credo che nel tempo questo Festival abbia raggiunto un livello qualitativo molto alto. Sono convinta che l'evento non debba essere interrotto, ma ripensato. A parere mio, la strada da tentare dovrebbe essere un cartellone ridotto nel numero degli eventi ma di livello». Della stessa opinione la 25enne Martina Musso: «Non sono una grande appassionata di festival musicali in genere, ma penso che comunque non debba interrompersi. Sono certa che le difficoltà economiche pesino di più nella decisione di sospenderlo rispetto alle lamentele di qualche abitante delle zone limitrofe alla Cattedrale. Forse concentrare Astimusica in poche serate potrebbe essere l'idea vincente».

Il concetto di "AstiMusica" come luogo di aggregazione è invece centrale nelle parole di Roberta, 43 anni: «Trovo che sia un evento interessante che dà uno sprint alla città. Magari sposterei la location dove c'è più tranquillità. A me piace per la musica e per la possibilità di conoscere gruppi nuovi, di passare una serata diversa, di vedere altre persone e socializzare. Secondo me è sbagliato togliere l'iniziativa, è un elemento aggregante e anche i commercianti possono trarne vantaggio». «È un peccato che venga cancellata perché ad Asti era un evento unico che interessava soprattutto i giovani e quindi lascerebbe un vuoto importante», afferma Mauro, 55 anni. Anche Bruno, 58 anni, spinge perchè la rassegna non venga cancellata: «Penso dovrebbe continuare. C'era musica di diverso genere, mi è sembrato sempre ben fatto. Penso che la polemica sia nata da una questione politica. Era un momento d'integrazione, l'ho sempre apprezzato. Dovrebbe continuare, magari con qualche miglioria».

C'è poi chi, come il giornalista astigiano Stefano Masino, traccia un parallelismo tra "Collisioni" e "AstiMusica" idealizzando la possibile soluzione: «Dopo Deep Purple e Neil Young, chi mai potranno invitare a Barolo per l'edizione del 2015? La risposta (un sogno, per adesso) l'ho trovata. A ottobre uscirà "The Endless River", l'album inedito dei Pink Floyd, con registrazioni risalenti al 1993?'94. Chi inviterà David Gilmour, leader e chitarrista dei Pink Floyd superstiti, a suonare al proprio festival avrà vinto la scommessa: gli eventuali problemi "evaporeranno" da soli. "Asti Musica", oggi, può risorgere solo con la Musica, con la "M" maiuscola. Barolo, paese infinitamente più piccolo di Asti (anche se più ricco), ha dimostrato che i sogni si realizzano, credendoci. Gli sponsor arrivano, persino la Saclà astigiana, se la formula è vincente. Proviamoci anche noi, magari in collaborazione con "Collisioni festival", a invitare David Gilmour, se non a un concerto vero e proprio anche solo a presentare "The Endless River"».

Il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, ha affidato invece nelle ultime ore le sue opinioni a una lettera aperta: «Massimo sa cosa fare! E' il migliore che abbiamo in Città, per il ruolo di assessore alla Cultura, quindi la decisione che prenderà lui è sicuramente quella giusta. Capisco il senso di stanchezza di cui ha parlato: insieme però prenderemo le decisioni giuste per il bene della Città. Chiedo a tutti gli astigiani di lavorare insieme per ricostruire un senso di appartenenza alla nostra comunità». Infine, com'è giusto che sia, la parola all'assessore Massimo Cotto, da noi raggiunto telefonicamente: «Non ci sono novità rispetto a quanto dichiarato in conferenza stampa, ma incasso con piacere la vicinanza di gran parte dei cittadini che sembrano aver capito l'impatto culturale e l'importanza di "AstiMusica" per tutta la collettività».

Luca Garrone
l.g.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale