Turismo: il Monferrato si spacca
Tra Alessandria e Casale Monferrato la notizia non è stata presa molto bene e, per certi versi, si intuisce facilmente perché: a pochi metri dall’obiettivo di unificare le due agenzie di promozione turistica astigiana e alessandrina, seguendo ciò che sta avvenendo con la fusione delle due Camere di Commercio, Asti ha detto stop, ha guardato verso le Langhe e deciso di creare con Alba e Bra un’agenzia unica di promozione.
Un cambio di rotta senza appello – a quanto sembra – e che avrà ripercussioni nei progetti di promozione già avviati guardando verso il Monferrato più che alle Langhe.
Come nasce il progetto
L’ipotesi di accorpare le ATL di Asti, Alba e Bra non nasce dal nulla, ma dopo recenti incontri informali tra l’amministrazione Rasero e i futuri partner si è deciso di dare un’accelerata puntando a rendere l’unione turistica operativa entro l’autunno.
Il sindaco di Asti, il cui Comune è socio dell’ATL locale insieme a Fondazione CrAsti, Camera di Commercio, Ascom e Provincia, si è confrontato con gli altri enti e quasi tutti si sono detti più che felici di unirsi a Langhe e Roero per promuovere il territorio con una sola cabina di regia, mettendo da parte ogni rivalità residua di una “guerra”, vera o presunta, che risalirebbe alla prima edizione del Palio di cui si ha notizia, quella del 1275.
I dubbi della Camera di Commercio
Solo la Camera di Commercio non ha nascosto i propri dubbi sul cambio di rotta perché la fusione camerale con Alessandria, pur non in discussione, potrebbe ricevere dei contraccolpi in termini di collaborazione con le aree che si andrebbero ad escludere dalla nuova agenzia.
«Nulla osta ad aggregare Asti con Alba e Bra, – commenta Renato Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti – ma il Monferrato è il nostro territorio che condividiamo in parte con Alessandria; avendo anche le zone UNESCO condivise dovrebbe essere naturale tenerne conto e quindi non abbandonarla».
Senza considerare che la futura Camera di Commercio Asti-Alessandria, quando dovrà decidere gli investimenti sul turismo, non potrà ignorare l’ATL alessandrina in favore di quella delle Langhe. Tutto questo mentre Alba ha già intavolato un confronto sulla promozione turistica con Torino sebbene la stessa faccia parte del progetto UNESCO Langhe, Roero e Monferrato che prevede la valorizzazione del “brand” in comune accordo tra i territori riconosciuti patrimonio dell’umanità e che si trovano in quota parte nell’Astigiano, nell’Alessandrino e nel Cuneese.
Un forte investimento per l’Astigiano
«Con Alba ci siamo incontrati e confrontati facendo molti ragionamenti e l’abbiamo fatto anche con le altre istituzioni astigiane – spiega il sindaco Maurizio Rasero – Tutti sono stati d’accordo sebbene la Camera di Commercio ha sollevato qualche perplessità. Ma faccio presente che questa prima fase è onerosa per la nostra città perché se oggi il Comune di Asti “investe” 5.000 euro l’anno nella sua ATL, in quella nuova puntiamo ad investirne fino a 150.000. L’obiettivo, insieme agli altri soci astigiani, è mettere insieme circa 400.000 euro per acquisire il 35% della nuova ATL Asti, Langhe e Roero».
Cifre importanti, ma nelle Langhe è la prassi se si considera che Alba investe nella sua ATL circa 200.000 euro l’anno e Bra circa 120.000. In buona parte i proventi arrivano dal gettito della tassa di soggiorno, una fonte di guadagno con cui anche il Comune di Asti alimenterà il budget destinato alla nuova grande ATL.
Nell’Alessandrino e nel Casalese la tassa di soggiorno non c’è (ancora) e questo sembrerebbe uno dei tanti motivi per cui Asti ha deciso di guardare alle Langhe dicendo arrivederci all’Alessandrino. «La tassa sul turismo, che molti hanno criticato, servirà ad alimentare il budget per questa operazione – conferma Rasero – e questo vuol dire che non stiamo chiedendo un soldo in più agli astigiani».
C’è dell’altro: «Nella nuova ATL non chiediamo cariche, né la presidenza e meno ancora la direzione. Non vogliamo neanche la sede principale, ma lavorare insieme, fare politiche comuni tenuto conto che ad Alba la situazione sul turismo è quasi satura mentre noi dobbiamo ancora sfruttare il nostro potenziale inespresso».
E Alessandria? «Noi andiamo avanti e in questa prima fase non è prevista Alessandria» precisa il sindaco che lascia aperta la porta con il quasi “ex partner”, ma con tempi e modi ancora da definire.
Bologna: «Non vogliamo escludere Alessandria»
«Non è nostra intenzione escludere Alessandria dalla nuova ATL – commenta l’assessore al turismo Loretta Bologna – In futuro Alessandria e Casale potranno unirsi a questo progetto anche perché i turisti, specie stranieri, non guardano alle distinzioni provinciali, ma all’identità territoriale che nel nostro caso è quella del vino con Asti al centro delle colline UNESCO».
Sia Rasero sia l’assessore Bologna hanno già in mente un piano d’azione molto elaborato che non vuole lasciare nulla al caso. Uno degli obiettivi è «convincere tutti i Comuni astigiani, anche quelli che non fanno tecnicamente parte dell’UNESCO, a istituire la tassa di soggiorno e destinare parte dei soldi nella nuova realtà di promozione turistica di Astigiano, Langhe e Roero».
Nessuna sudditanza,ma collaborazione pratica
A chi solleva dubbi che Asti e Alba possano effettivamente lavorare alla pari, o quasi, e quindi teme una sudditanza, economica prima che psicologica con i “cugini albesi”, l’assessore Bologna replica senza indugi: «Ad Alba sono ben contenti e non ci sarà nessuna sudditanza anche perché rivendichiamo il nostro ruolo di capoluogo e di essere la porta d’accesso al Monferrato e alle Langhe».
Mogliotti: «Alessandria sia subito inglobata alla nuova ATL»
Ma non tutti i soggetti coinvolti sono convinti che sia la mossa giusta escludere l’ATL di Alessandria, chiamata Alexala, dalla prima fase del fusione per poi inserirla, forse, in un secondo momento. A sperare nella nascita fin da subito di una sola grande ATL del sud Piemonte è, ad esempio, lo stesso presidente dell’ATL di Asti Luca Mogliotti.
«Sono contento che avvenga questa unione tra Asti e Alba, ma non vorrei che si creasse un’inutile battaglia con gli altri nostri vicini di casa. Mi sembra assurdo che si lasci Alexala in difficoltà quando le due Camere di Commercio si stanno unendo e il naturale percorso delle cose porterà comunque all’unificazione dell’ATL alessandrina a quella di Astigiano, Langhe e Roero».
Mogliotti, titolare dell’Hotel Palio, resterà in carica fino a febbraio, ma come ogni imprenditore è una persona pratica e sa che, dal punto di vista economico, l’Alessandrino e le sue città satelliti Casale Monferrato, Acqui Terme, Novi Ligure, Tortona, Valenza, Gavi e Ovada, tanto per citare le più importanti, messe insieme hanno un peso economico non indifferente, senza considerare i collegamenti diretti nel territorio alessandrino con Milano. Questo peso, che per la fusione delle Camere di Commercio rappresenta un valore aggiunto, dev’essere preso in considerazione prima di decidere chi farà subito parte della nuova ATL? E quanto?
Cerrato: «Si rischia di vanificare anni di lavoro»
Secondo l’ex assessore al Turismo di Asti Andrea Cerrato, oggi presidente del Consorzio Turistico Sistema Monferrato, «dovrebbe essere tenuto in debito conto».
«Negli ultimi 6 anni Asti e Alessandria, con Casale, hanno lavorato nella direzione di creare l’ATL del Monferrato e ora, improvvisamente, si rischia di mandare tutto all’aria per mettere Asti e Alba insieme. Che il porto di arrivo sia l’unificazione di tutte le ATL del sud Piemonte è ragionevole e sono d’accordo, ma Alessandria dovrebbe essere coinvolta fin da subito perché il percorso naturale sarebbe unificare la sua ATL con quella di Asti e, solo dopo, avviare la fusione con quella di Langhe e Roero».
Il Consorzio guidato da Cerrato è privato, quindi non può intervenire nella partita, ma lo stesso continuerà a portare avanti la collaborazione strategica del “sistema Monferrato” che comprende anche una serie di Comuni astigiani, quelli del nord, a rischio di diventare satelliti rispetto al nuovo baricentro turistico con le Langhe.
«Ci sono molti Comuni astigiani che non sono d’accordo nell’unione con Alba – continua Cerrato – e si rischia di creare una situazione kafkiana che desta perplessità e che può creare attrito anche sul versante UNESCO dove i territori lavorano insieme».
Il presidente di Alexala commenta il caso
Ma i diretti interessati che ne pensano? Si dice sereno e ben lontano dall’intenzione di andare in guerra contro Asti il neo presidente di Alexala Pierluigi Prati. Giunto a luglio nell’Agenzia Turistica Alessandrina, Prati non ha potuto fare altro che prendere atto della scelta del sindaco di Asti e del presidente della Provincia di cambiare rotta e puntare verso Alba con il progetto di unificare le ATL. «Le Camere di Commercio sono rimaste sorprese e io l’ho scoperto dalla sera alla mattina – racconta – Appena giunto ad Alexala ho spiegato quale fosse il mio progetto: aprire l’Agenzia a più comuni possibili e anche ai privati. Certo davo per acquisito che il percorso iniziato molto tempo fa con Asti andasse a buon fine».
Ma, nonostante tutto, Prati non dà ancora per definitiva la decisione presa e spiega di avere il telefono sempre acceso, sebbene da imprenditore nel settore vinicolo sia in questi giorni impegnato nella vendemmia. «Credo sia necessaria un po’ di buona volontà e mettere da parte i campanilismi personali per guardare al bene del territorio così da ragione con lucidità a progetti importanti».
Prati, a differenza di altre voci della partita, non vede però molto funzionale la creazione di una maxi ATL del sud Piemonte Asti, Alessandria, Alba e Bra «perché coprirebbe un territorio così vasto da essere, di fatto, poco gestibile». Diversamente vedrebbe bene un coordinamento delle ATL sul partita UNESCO.
Se il Governo Lega-5Stelle togliesse la tassa di soggiorno?
Ultima, ma non da poco, resta l’incognita dei finanziamenti con cui si intende alimentare l’ATL nascente. Lo ricorda Cerrato: «Nel contratto di governo Lega-Cinque Stelle è indicata l’abolizione della tassa di soggiorno nel settore turistico, proprio quella da cui si punta a ricavare una quota dei finanziamenti da investire nella nuova Agenzia di promozione».
Insomma, i Comuni, Asti in primis, ma anche Alba e Bra, dovrebbero trovare una nuova fonte di denaro per finanziare l’agenzia nascente. Ma la partita sulla tassa di soggiorno, per molti giusta, per altri iniqua, va al di là del triangolare Langhe, Roero e Monferrato sebbene la volontà di abolirla, inserita nel contratto, preveda anche un aumento dei fondi statali destinati ai Comuni.
Il primo test su strada di questa nuova collaborazione tra Asti e Alba sarà in autunno con la Fiera del Tartufo: Asti rinuncerà ad organizzarla come gli altri anni, dedicandosi a eventi tematici non in concorrenza diretta, ma Alba promuoverà la mostra di Chagall ospitata a Palazzo Mazzetti.
Una risposta
Solo parole parole parole da parte degli amministratori e associazioni locali astigiani e anni di progetti inattuati, e come se non bastasse la supremazia delle Langhe sotto tutti i punti di vista, (turistico, eno-grastonomico, media nazionali, ecc ecc) a discapito del Monferrato astigiano poco e mal considerato a livello nazionale. Non vorrei si traducesse in una nuova Enolandia mancata. Mi auguro che queste nuove iniziative producano fatti e non parole come al solito, perchè da Alba & Co. abbiamo solo da imparare. Valuto comunque una mossa saggia lasciare Alessandria, perchè anche a giudicare dai siti web disponibili in rete e più in generale dalla promozione turistica fatta finora, si è dato solo spazio al Monferrato casalese, mentre invece l’astigiano è stato lasciato da parte. Persino sulla Rai, quando si è parlato del Monferrato gli anni passati (si vedano gli episodi di Linea Verde disponibili sul sito della Rai), Asti e provincia non sono mai stati citati. Chissà come mai…