Aveva accettato di raccontare i suoi ricordi al nostro giornale con la rubrica "A Spasso nel tempo". Ricordo bene la prima telefonata che gli feci, impacciata e timorosa che mi dicesse che
Aveva accettato di raccontare i suoi ricordi al nostro giornale con la rubrica "A Spasso nel tempo". Ricordo bene la prima telefonata che gli feci, impacciata e timorosa che mi dicesse che non aveva nessuna voglia di raccontare i suoi ricordi a un'emerita sconosciuta. Gli raccontai d'un fiato cosa avevo in mente, un flusso di informazioni che ascoltò in un silenzio muto, preludio del mio stupore quando d'istinto mi rispose: "Sì, l'idea mi piace, ma smettila subito di darmi del lei." Da quel momento mi stupì continuamente. Mi stupì quando con sua moglie Roberta mi accolse in casa sua, mi stupì di nuovo quando mi raccontò entusiasta i ricordi della sua vita legati alla città e a cui teneva di più e mi stupì ancora quando capii che leggeva ciò che gli scrivevo con estrema attenzione. Mi fu subito chiaro che Giorgio possedeva un talento particolare, quello di riuscire a farti "vedere" ciò che raccontava. Seduta accanto a lui, mentre lo ascoltavo, mi sembrava che le sue parole si trasformassero in matite che disegnavano una situazione, un momento, un dettaglio conferendo colore e al contempo eternità ai suoi ricordi.
E così facendo mi ha fatto il grande regalo di potere viaggiare accanto a lui e di osservarlo anche emozionarsi quando ricordava gli amici del Cocchi anni ?60, da lui definiti "un favoloso agglomerato, un'inspiegabile alchimia" e quando univa ironia e malinconia in una sola frase dicendomi: "il nostro mondo di ragazzi era un mondo particolare, il mio soprattutto, era fatto di intuizioni geniali e di stronzate terrificanti perché stavo ancora cercando qualcosa, forse qual era il mio posto nel mondo." Per descrivermi il suo amico Gigi Corosu mi disse: "Aveva un carisma particolare e un talento unico nel farsi volere bene. Gigi preso e messo nudo a New York alle 8 del mattino, alle 12 avrebbe già avuto dei vestiti, una macchina e un posto dove andare a cena." Sono certa che anche Giorgio sa già dove andare a cena stasera e che a contendersi la sua compagnia saranno in tanti.
L'ultima puntata dei nostri racconti sulla città, Giorgio ha voluto dedicarla a Viatosto. "I ragazzi continuano a salirci, sono cambiati i motorini, ma quei giovanotti e quelle signorine hanno negli occhi la stessa luce e non importa se si accende nello stesso modo per un sms al cellulare. Asti è una città che, se si parla d'arte, forse ha frecce migliori al suo arco. Ma io, per motivi di piccole e acuminate nostalgie scelgo sempre questo fazzoletto di collina. Qui dò uno sguardo alla città e lascio le voci parlare di XI e XIII secolo, di stile romanico, di affreschi e quant'altro. Mi siedo su una panchina, mi accendo l'unica sigaretta della giornata e mi illudo di fare parte di quel movimento artistico e creativo che è la gioventù." Sarà su quella panchina con vista che mi ricorderò di te e del nostro viaggio nel tempo. Grazie Giorgio.
Alessia Conti