E uno dei settori nel quale la Guardia di Finanza impegna più uomini e risorse. Si tratta di quello di ricerca ed emersione del lavoro in nero, una piaga che la crisi ha ulteriormente acuito e
E uno dei settori nel quale la Guardia di Finanza impegna più uomini e risorse. Si tratta di quello di ricerca ed emersione del lavoro in nero, una piaga che la crisi ha ulteriormente acuito e favorito. Numerose le segnalazioni che giungono alle Fiamme Gialle e altrettante numerose le attività di accertamenti che i finanzieri svolgono di loro iniziativa osservando e analizzando varie posizioni cosiddetta a rischio di alcune aziende e datori di lavoro.
Proprio nellambito di questa attività sono stati individuati 13 lavoratori in nero di cui 9 italiani, 2 bulgari, 1 cinese e 1 marocchino che venivano impiegati senza i relativi contratti e dunque le relative garanzie. Questi lavoratori sono stati scovati soprattutto in aziende della ristorazione, della coltivazione delluva, del commercio allingrosso di carne fresca, dellinstallazione di impianti elettrici e dei servizi finanziari.
«Queste posizioni -commentano alla Guardia di Finanza di Asti senza fornire ulteriori dettagli su questa attività- creano anche un forte effetto distorsivo della concorrenza nei confronti degli altri operatori economici che pagano regolarmente le tasse e tengono a libro paga i dipendenti seguendo tutte le normative e i contratti in essere». Per ogni lavoratore in nero la Finanza ha preparato un fascicolo e i datori di lavoro dovranno ora rivolgersi agli uffici per regolarizzare le posizioni di questi dipendenti e versare allo Stato le dovute ritenute.