Se vogliamo guardare al di là degli ormai ampi confini programmatici che vanno dal centrodestra al centrosinistra in una continuità di progetti e proposte che li rendono molto simili fra loro,
Se vogliamo guardare al di là degli ormai ampi confini programmatici che vanno dal centrodestra al centrosinistra in una continuità di progetti e proposte che li rendono molto simili fra loro, troviamo la lista Laltro Piemonte a sinistra. Così, almeno, si sono presentati agli elettori i candidati della compagine politica che non vuole soffermarsi su posizioni ideologiche preconcette. LAltro Piemonte è convinto che per affrontare e risolvere i problemi della nostra Regione si debba essere portatori di una visione, di una pratica e di una metodologia completamente diverse e alternative a quelle praticate sino ad oggi dai governi che si sono succeduti. Un po a destra, un po a sinistra ma tutti accomunati da una sola caratteristica, almeno così hanno detto gli esponenti dellAltro Piemonte a Sinistra, quella di accettare le politiche neoliberiste e le sue logiche prettamente economiche.
In questa linea di pensiero si inserisce anche il rappresentante astigiano della lista Gian Emilio Varni, medico di base e già membro del Consiglio comunale durante lamministrazione Voglino.
Essendo medico di base, non si poteva iniziare unintervista senza chiedere cosa avesse portato il governo di Cota alla sanità piemontese e cosa avrebbe cambiato.
Il disegno di Cota è stato quello di togliere sostanze al pubblico per indirizzarle verso il privato, con quale risultato? Quello di determinare il quadro di una sanità in sofferenza, dove molti pazienti rischiano di dover rinunciare alle cure perché non hanno più i soldi per farlo. Noi medici di base veniamo vessati in quanto vogliono ridurre la spesa farmaceutica. Ma le riduzioni non devono essere fatte sulla salute dei cittadini, bensì sulle spese inutili. E ce ne sono tante.
Faccia qualche esempio.
Beh, lacquisto di apparecchiature sofisticatissime che poi vengono usate al 30-40% delle loro potenzialità. E una prassi ricorrente. Ad Asti abbiamo un caso recente. Vuole un altro esempio? Al Massaia ci sono dieci sale operatorie e ne vengono utilizzate solo due. Cosa ce ne facciamo delle altre otto? Soldi sprecati.
Lei come si comporta?
Io me ne frego delle vessazioni e continuo a fare il medico come deve essere fatto. Prescrivo le medicine che servono senza pormi alcun problema. Sulla salute non si deve giocare, è una cosa importante.
Come giudica le case della salute, prima tanto decantate e poi sospese?
Se vuole sapere il mio parere, le case della salute sono solo induttori di spesa. Non erano altro che poliambulatori gestititi da medici di base con una serie di servizi. Se il paziente si recava nella casa della salute per una visita, di già che era lì richiedeva anche altre cose che magari non erano necessarie e che costavano. In questo senso rappresentavano solo una induzione di spesa. Se ne sono accorti e le hanno bloccate.
La sua posizione per quanto concerne il problema della casa.
Di questo se ne occupa lassessore Vercelli, sbagliando, ma se ne occupa lui. Io sto ragionando con la Curia e cerco di realizzare qualcosa con la collaborazione del vescovo, che mi sembra molto sensibile al problema.
E linquinamento ambientale, come intende affrontare la questione?
E un falso problema, è troppo enfatizzato. In Italia di diossina non è mai morto nessuno. Linquinamento cè, ma non è la cosa più importante a cui bisogna pensare in questo frangente.
Lei non si è mai espresso contro gli Ogm?
Non sono totalmente contrario agli Ogm. Nei Paesi del terzo mondo ne hanno bisogno. Qui da noi, forse servono meno, ma ci sono luoghi del mondo dove, senza Ogm, non potrebbero mangiare. Io posso portare lesempio della Nigeria, dove sono stato e ho lavorato parecchio. Pensi che nel 2000, grazie agli Ogm, siamo riusciti a introdurre la soia nellalimentazione delle comunità e a contenere il problema della fame.
Problema trasporti, ha qualche idea?
Sì, creare una metropolitana circolare lungo le linee ferroviarie dismesse. La città è circondata da rotaie che non servono più a nulla. La linea per Chivasso, quella per Casale e altre ancora non servono più. Trasformiamole in una metropolitana circolare che serva tutto il territorio, con parcheggi scambiatori dove poter lasciare la macchina.
Chiudiamo con una domanda tradizionale: perché dovrebbero votarla?
Per lonestà morale del nostro partito. Non cerchiamo slogan di facile consumo, ma vogliamo che la rappresentanza salga dal basso. E la coscienza dei singoli che deve venire fuori, non dobbiamo più correre dietro alle chimere. Noi proponiamo un governo libero ed autonomo, come al tempo dei liberi comuni, fatto di progetti che entrano nel merito delle cose e che non guardano alle convenienze. Non siamo condizionati da accordi di poltrone; vogliamo ricostruire la sinistra partendo dal basso.
Flavio Duretto