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Nizza, ex mattatoio riqualificato con i soldi del “Muda”
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Nizza, ex mattatoio riqualificato con i soldi del “Muda”

La riqualificazione dell’ex mattatoio tra viale Umberto I e via Mario Tacca potrebbe avvenire, almeno in parte, tramite i fondi del PTI o piano territoriale integrato. Del progetto originario,

La riqualificazione dell’ex mattatoio tra viale Umberto I e via Mario Tacca potrebbe avvenire, almeno in parte, tramite i fondi del PTI o piano territoriale integrato. Del progetto originario, presentato all’epoca in pompa magna come “Muda – Museo Diffuso Astigiano”, che avrebbe visto notevoli interventi nei comuni delle comunità collinari “Vigne&Vini” e “Tra Langa e Monferrato”, rimarrebbe solo una parte dei fondi, presumibilmente intorno ai 500 mila euro per Nizza. Alla conferma dell’effettiva presenza delle risorse, il Comune ne definirà l’utilizzo: in pole position sia lavori nell’imponente struttura alle porte di Nizza, in direzione Incisa, che un’altra opera da tempo annunciata, la sala degustazioni dell’Enoteca Regionale all’interno di Palazzo Crova.

Per quanto riguarda l’ex “ammazzatoio”, come nel linguaggio comune viene definito – si trattava effettivamente del macello per gli animali – una riqualificazione integrale richiederebbe però un investimento di milioni di euro. La struttura si compone infatti di un’area recintata di 3500 metri quadri: 600 metri quadri l’edificio principale, più due edifici secondari originariamente destinati a residenza del custode e del veterinario. Parte del complesso è fatiscente e necessiterebbe di messa in sicurezza, mentre il giardino ha già avuto interventi a cura dell’Accademia di Cultura Nicese L’Erca. Oggi vi hanno sede operativa alcune associazioni tra cui la Banda di Nizza.

Tutto da definire poi l’eventuale utilizzo in caso di un possibile restauro: nei circa 20 anni dalla cessazione dell’attività di mattatoio, causa variazione della normativa europea, sono state molte le proposte, mai nessuna portata a compimento. Si è parlato a lungo di una struttura comune, museo e area espositiva da dare in gestione a Pro loco, Erca e altre realtà associative cittadine. Un polo del genere farebbe “il paio” con il Foro Boario, a sua volta in origine destinato ad allevatori e aziende che si occupavano delle pregiate carni nicesi, e oggi richiesta e apprezzata sede di convegni e manifestazioni.

Qualsiasi progetto dovrà scontrarsi ovviamente innanzitutto con la ricerca di risorse e dovrà avere il “sì” delle Belle Arti. «Una strada possibile è quella della partecipazione al bando relativo all’Expo 2015 – commenta il sindaco Flavio Pesce – ma siamo aperti anche alla collaborazione con realtà private». I fondi del PTI, in caso di conferma, sarebbero in ogni caso utili per la messa in sicurezza delle strutture, a partire dalla dimora del custode, maggiormente segnata dal trascorrere del tempo.

Fulvio Gatti

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