Stipendi di aprile a rischio per 150 lavoratori delle strutture per anziani Casamia Asti e Casamia Rosbella, gestite dal gruppo Orpea Italia (ramo "tricolore" del gruppo francese Orpea) attraverso la cooperativa sociale Essetre. Mercoledì, infatti, i sindacati Cgil e Cisl hanno dichiarato alla Prefettura lo stato di agitazione del personale, sia a livello provinciale sia regionale, organizzando al contempo un'assemblea dei lavoratori nei locali della…
Stipendi di aprile a rischio per 150 lavoratori delle strutture per anziani Casamia Asti e Casamia Rosbella, gestite dal gruppo Orpea Italia (ramo "tricolore" del gruppo francese Orpea) attraverso la cooperativa sociale Essetre. Mercoledì, infatti, i sindacati Cgil e Cisl hanno dichiarato alla Prefettura lo stato di agitazione del personale, sia a livello provinciale sia regionale, organizzando al contempo un'assemblea dei lavoratori nei locali della casa di riposo astigiana di Località Canova.
A spiegare la ragioni della protesta i sindacalisti Alessandro Delfino (Cisl Funzione Pubblica), Stefano Calella (Fisascat Cisl), Giancarlo Trento e Daniele Barcaro (Funzione pubblica Cgil). «Lunedì – affermano – il direttore generale di Orpea Italia, José Parrella, ha informato che il gruppo, operante in tutto il Piemonte, ha problemi di liquidità causati da un credito che vanta nei confronti dell'Asl di Novara, pari a 6 milioni di euro. Di conseguenza ha disposto che tutti i dipendenti (circa 600, tra cui i 150 astigiani), riceveranno lo stipendio di marzo, che sarà pagato il 15 aprile, decurtato del 50%. Mettendo al contempo in discussione il pagamento degli stipendi di aprile». Una decisione che sindacalisti e lavoratori non accettano. «Al di là dell'impatto sociale – afferma Stefano Calella – è insostenibile la tesi aziendale secondo cui si mette tutto "nello stesso calderone". Se il problema riguarda l'Asl di Novara noi siamo solidali con i lavoratori di quella provincia, ma non possiamo accettare che a pagare siano tutte le strutture del Piemonte: ogni centro di costo deve avere un proprio equilibrio economico».
I sindacalisti ricordano anche le difficoltà che da tempo gravano sui lavoratori astigiani. «Si sono fatti carico in maniera pesante della crisi del settore, fortemente provato sia dalle ultime deliberazioni della Giunta regionale sia dalla diminuzione dei redditi che ha fatto calare sensibilmente la domanda di servizi socio-assistenziali, rinunciando a parte della loro retribuzione, accettando l'aumento dei carichi di lavoro e impegnandosi sempre al massimo per dare il miglio servizio possibile agli utenti. Inoltre – aggiungono – Cgil e Cisl non si sono mai sottratti al loro ruolo cercando e concertando le migliori soluzioni per poter fronteggiare la crisi aziendale creatasi, ma riteniamo che il prezzo che i lavoratori rischiano di pagare sia troppo alto, anche in funzione della presenza di tantissime famiglie monoreddito che, senza la piena retribuzione, rischiano di trovarsi in pochi giorni in una situazione di emergenza sociale».
Il prossimo passo sarà partecipare all'incontro che sarà convocato dalla Prefettura, in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione, in occasione del quale sarà organizzato un presidio di lavoratori.