Ci risiamo. La Regione taglia i fondi per il trasporto e i disabili rimangono di nuovo a piedi. Il primo allarme era arrivato a fine 2012, quando per un mese la cooperativa Il Faro aveva sospeso i
Ci risiamo. La Regione taglia i fondi per il trasporto e i disabili rimangono di nuovo a piedi. Il primo allarme era arrivato a fine 2012, quando per un mese la cooperativa Il Faro aveva sospeso i viaggi perchè, a seguito di una rimodulazione dei chilometraggio autorizzati, li aveva esauriti prima della fine dellanno. Per il 2013 poi, pur con i tagli confermati, la cooperativa era riuscita ad organizzare i viaggi in modo tale da garantire il servizio a tutti. Ma qualche giorno fa i 200 utenti circa del servizio che copre il nord astigiano, hanno ricevuto la telefonata dal Faro che comunicava loro della drastica riduzione del servizio a seguito di un taglio del 50% dei chilometri autorizzati.
«Non so come fare -racconta al giornale Caterina Franco di Villafranca- ho una malattia neuromuscolare rara ed invalidante, sono invalida al 100% e posso spostarmi solo su una carrozzina. Ho bisogno di recarmi in ospedale per le visite e le analisi mediamente due/tre volte al mese ma mio marito lavora e non ho figli. Grazie al Faro, che ha mezzi attrezzati per la mia carrozzina, riuscivo ad andare da sola e a farmi curare, ma dora in avanti non so come farò. Non posso permettermi 40 euro di trasporto ogni volta e mio marito non può prendere tutti questi permessi per accompagnarmi». E una delle tante proteste che si assomigliano e accomunano gli utenti che, grazie al servizio per malati e disabili, potevano essere autonomi e, a prezzi contenuti (4,20 euro a trasporto) gestire da soli i propri cicli di terapia.
«Qui ne va del diritto alla salute a cui qualcuno dovrà rinunciare -afferma con decisione Cinzia Allegranza, invalida di Tigliole portavoce degli utenti del Faro- Con questi tagli, di fatto sparisce il servizio e a finire nei guai sono le persone già in difficoltà e deboli come noi, soprattutto anziani e disabili. Già viviamo come se fossimo agli arresti domiciliari, da oggi sarà impossibile accedere alle cure, alle visite, alle prenotazioni e al ritiro delle analisi. Siamo pronti a raccogliere firme e a fare manifestazioni plateali nel caso in cui non si tornasse indietro su questa decisione».
Daniela Peira