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Sulla variante mai natac'è un esposto in Procura
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Sulla variante mai nata
c'è un esposto in Procura

Mai vista dai residenti e neppure mai percorsa dagli automobilisti la variante di Calliano è ora oggetto di una denuncia davanti al Tribunale. Opera che avrebbe dovuto deviare il traffico dell'ex

Mai vista dai residenti e neppure mai percorsa dagli automobilisti la variante di Calliano è ora oggetto di una denuncia davanti al Tribunale. Opera che avrebbe dovuto deviare il traffico dell'ex statale 457 Asti-Casale dal centro urbano, e dall'angusta curva "del Cristo", annunciata da decenni non ha mai visto la luce e proprio per fare chiarezza il comitato spontaneo di cittadini operativo da un anno e mezzo ha deciso di agire per vie legali. E' stato dato mandato all'avvocato Guido Cardello di tutelare gli interessi dei Callianesi verso tutti gli amministratori pubblici, regionali e provinciali, che, nel corso degli anni, non hanno portato a compimento l'opera ritenuta urgente e prioritaria da 26 anni.

Il gruppo, presieduto da Mariangela Testolina, nell'atto di esposto-denuncia-querela presentato nei giorni scorsi alla Procura di Asti adombra i reati di omissione d'atti d'ufficio (art. 328 c.p.) e falso ideologico (art. 479 c.p.) ma saranno i magistrati che dovranno accertare le responsabilità ed eventuali reati od omissioni commessi da politici, amministratori, funzionari. Molti i soggetti istituzionali coinvolti: Anas, Provincia, Regione, Scr (braccio operativo della regione per la realizzazione delle opere pubbliche) e Cassa depositi e prestiti. Nell'esposto denuncia Cardello ripercorre in sedici pagine dettagliate la storia della mancata costruzione di un'opera, definita urgente dall'Anas dal 1986, ma che tra delibere regionali, piano delle opere pubbliche, progetti e richieste di finanziamenti e mancate concessioni, non ha mai visto l'inizio di uno scavo.

Stridenti le discrasie e le contraddizioni, da parte delle amministrazioni provinciali e regionali, che nell'esposto vengono poste all'evidenza della magistratura. «La più macroscopica è quella relativa al finanziamento dell'opera da parte della Cassa depositi e prestiti -? rimarcano al comitato – infatti secondo l'Assessore regionale ai Trasporti l'istituto di credito non avrebbe mai assicurato il finanziamento mentre secondo Provincia e Scr i finanziamenti erano già previsti».

«E così mentre solerti funzionari e attenti assessori si dedicavano, forse, a modificare le priorità delle opere pubbliche da realizzare, favorendo territori amici -? prosegue il portavoce Leonardo Pintori – l'Arpa di Asti rilevava in più occasioni livelli di inquinamento da polveri sottili e rumorosità dannose per la salute degli abitanti, costretti da oltre un quarto di secolo a convivere con un traffico automobilistico e di mezzi pesanti con 45 mila passaggi settimanali».

L'esposto ha anche, da parte del comitato sempre definito apartitico, un significato politico: una forte richiesta ai politici amministratori che saranno eletti nelle prossime consultazioni del 25 maggio ad agire in piena trasparenza con i territori, utilizzando le poche risorse esistenti per le opere pubbliche con criteri di verificata priorità, urgenza e criticità partendo dalla salvaguardia della salute dei cittadini e non dalle logiche di bottega e clientela.

Maurizio Sala

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