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Il duca irriverente di DedoRoggero Fossati all'Assedio
Cultura e Spettacoli

Il duca irriverente di Dedo
Roggero Fossati all'Assedio

L’ultimo assedio. Potrebbe essere il titolo di un epico film se non fosse che in questo caso il nostro protagonista è in realtà Dedo Roggero Fossati, 65 anni, poliedrico medico, scultore e attore

L’ultimo assedio. Potrebbe essere il titolo di un epico film se non fosse che in questo caso il nostro protagonista è in realtà Dedo Roggero Fossati, 65 anni, poliedrico medico, scultore e attore di teatro da tutti conosciuto in Valle Belbo e non solo per la sua interpretazione del duca di Nevers nel corso della rievocazione storica di Canelli. Benda sull’occhio e stile da bucaniere.

Un personaggio amato e odiato da chi in questi 21 anni non si è perso un’edizione dell’Assedio 1613 ma che quest’anno, proprio in occasione del 400° anniversario, deporrà definitivamente le armi per ritirarsi dalla scena. Pardon dalla battaglia. Se gli si chiede il perché di questa scelta Dedo sorride e risponde: «Assediare le città è un lavoro faticoso. Se lo fai per più di vent’anni diventa logorante». Una battuta non troppo distante dalla realtà. Chi ha partecipato come figurante ad una rievocazione storica lo sa bene e lo sa anche Dedo che racconta: «a Canelli non si tratta solo di recitare qualche battuta o di fare una sfilata. Bisogna indossare spade, armature pesanti e inscenare veri e propri duelli. Spesso sotto un sole a picco, altre volte sotto la pioggia». Concediamo che in pieno giugno, con 30 gradi e in calzamaglia, un assedio non dev’essere una passeggiata.

Dedo continua: «Quando l’anno scorso, risalendo la ‘Sternia, la ripida strada che porta al castello Gancia, mi è mancato il fiato ho capito che era arrivato il momento di smettere». Si mette a ridere. Gli chiediamo com’è nato il personaggio di Nevers, il comandante delle truppe mantovane che tiene in scacco i canellesi fino alla battaglia finale. «Nel 1993 la Rai si interessò alla manifestazione, che non era ancora articolata come oggi, e volle effettuare qualche ripresa. Noi inscenammo per la prima volta una battaglia. Serviva però un cattivo, un personaggio di riferimento su cui concentrare angosce e astio degli assediati. Il regista dell’Assedio Alberto Maravalle mi propose la parte di Nevers e io inventai il suo carattere irriverente, arrogante e spietato».

irriverenza è una peculiarità del personaggio. Nelle passate edizioni Dedo non ha mai dimenticato l’ironia e la satira spesso facendo commentare al suo duca fatti contemporanei. «L’anno scorso dissi ai canellesi che se si fossero arresi avrei restituito l’IMU, l’Imposta Mantovana Unificata. Non mi credettero e come al solito finii morto stecchito sul carrettino, alla fine della festa. Solo oggi qualcuno crede a certe favole», sorride e strizza l’occhio.

Riprendiamo a parlare proprio dall’immagine del suo personaggio steso su un carretto, trainato dalle truppe sabaude-canellesi in trionfo per la città, per capire se dopo 21 anni non si era stancato di perdere sempre. «No» risponde «la sconfitta offre spunti di riflessione interessanti, soprattutto se è finta. E’ curioso vedere come reagisce la gente di fronte alla capitolazione del potente, quando questo ha connotati negativi. Quando passo steso sul carretto tra la folla il pubblico urla, mi lancia insulti e qualcuno è arrivato al punto di picchiarmi!In quel momento rappresenti il male assoluto, sei sconfitto e le persone provano un senso di rivalsa. Sentimenti che accomunano l’uomo di oggi con quello del Seicento».

Chiediamo se dal prossimo anno prenderà parte all’Assedio come turista. «Sicuro. Vivere l’assedio con lo spirito del viaggiatore è un’esperienza che non ho mai potuto fare e ho intenzione di godermela in incognito. Questa è una manifestazione bellissima che negli anni mi ha regalato molto».
Dedo ringrazia e saluta senza escludere qualche ultimo, imprevedibile colpo di scena per il “suo” ultimo assedio di Canelli.

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